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Il carnefice

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Autore: francesca bertuzzi
Editore: newton compton , 2011

Articolo di patrizia debicke
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252 visualizzazioni - pubblicato il : 20-09-2011

Senza andare a sindacare la scrittura, buona e che dimostra professionalità, mi trovo un po’ a disagio con la trama. Più che di un romanzo vedo la costruzione di un ‘comic’ con i buoni, bonaccioni e un po’ sfigati e i cattivi, cattivissimi e laidi.

Vedrò di spiegarmi meglio, dandovi qualche dettaglio della storia.

A San Buono comune di 1.087 abitanti della provincia di Chieti, regione Abruzzo, si sviluppa una strana vicenda di turpitudine, sesso morboso mischiato a droga, consumati con la stessa golosità di un cioccolatino o una caramella, magari dal sapore lievemente afrodisiaco.

Protagonista principale: Danny, trentenne di origine africana, che i missionari hanno ‘salvato’ da bambina portandola in Italia con la madre e la sorella minore (da anni tutte e due defunte, la sorellina per meningite, la mamma per il dispiacere ).

Coprotagonisti: Il suo datore di lavoro, amico fraterno e angelo custode da circa vent’anni dal ‘normalissimo’ nome Drug Machine.

Mariolino: poliziotto locale, loro alleato, grande fumatore di sigarette nazionali.

Corrado Vicentini: bestione libidinoso al quale piacciono troppo le negre.

Bonnie, o Maria Bonaria, escort bellona e determinata. Milo aiutante di Bonnie e Huan, il molosso da difesa di Denny, forse il personaggio più normale e credibile.

Dopo un brutto agguato che ha lasciato la nostra brava protagonista malconcia e dolorante, lei, tornando a casa, trova sulla soglia un fazzoletto da uomo cucito su se stesso. Dentro un messaggio che sembra venire dall’oltretomba: “Aiutami ti prego”, firmato Khanysha (nome di sua sorella, morta ufficialmente da ben sedici anni). Come può una morta chiedere aiuto? Solo se è ancora viva e poi… chi ha lasciato il fazzoletto non si ferma. Promette aiuto e informazioni. Ma solo a pagamento.

Con alle spalle una mafia pretesca che intrallazzava e tirava le fila della storia, l’avventura si fa serrata, concedendosi qualche rilassante pausa scopereccia, prima di spostarsi in Svizzera, scoperchiare la pentola che nascondeva orride perversioni e punire i malvagi.



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