La sottile linea nera

Autore: Franzinelli
Editore: rizzoli

Articolo di Adele Marini
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193 visualizzazioni - pubblicato il : 25-07-2008

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Una “sottile linea nera” disegna la mappa delle stragi

Le ferite sono ancora aperte e non a caso lo storico che ha individuato e percorso la il tortuoso sentiero dello stragismo in Italia è bresciano.

Si chiama Mimmo Franzinelli e proprio dal suo bisogno di seppellire finalmente vecchi fantasmi e chiudere ferite ancora sanguinanti è nata questa ricerca che individua, appunto, la “sottile linea nera che lega fra loro tutte le stragi, gli attentati, i tentativi di golpe che si sono succeduti in Italia in soli cinque anni.

Milano, 12 dicembre 1969: una bomba piazzata nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura esplode dando un volto feroce, alle inquietudini del Sessantotto. 17 morti e 88 feriti segnano una svolta dalla quale non si tornerà più indietro. Comincia così la stagione delle stragi, dei depistaggi, della paura. E nasce anche forma molto particolare di terrorismo: quello che viene al cuore dello Stato.

Brescia, 28 maggio 1974: un ordigno piazzato in un cestino porta rifiuti in piazza della Loggia gremita per una manifestazione contro il terrorismo indetta dai sindacati e dal Comitato antifascista, provoca la morte di otto persone e il ferimento di altre novantaquattro.

Fra queste due stragi i morti e i feriti non si contano. Parole come Gioia Tauro, Rivolta di Reggio, Golpe Borghese, Piano Solo, Peteano, Treni per Reggio Calabria, bomba alla Questura di Milano, Rosa dei Venti, Ordine Nuovo e Ordine Nero entrano nell’immaginario come le tappe di una stagione di terrore. Ma sono solo le punte dell’iceberg perché in realtà, fra il 1969 e il 1974 l’eversione nera pilotata dai Servizi segreti dall’interno e da organismi internazionali come la CIA e la finanza internazionale dall’esterno, si rendono responsabili dell'ottantacinque per cento dei circa quattromila attentati politici che colpiscono l'Italia in quegli anni, dall’Alto Adige, dove vengono poste cariche di dinamite sotto i tralicci dell’alta tensione allo scopo di provocare black out che dovrebbero causare panico, fino a Reggio Calabria, dove sono fatti fermentare ad arte i germi della rivolta, dell’odio politico e della paura.

In questo libro, lo storico Mimmo Franzinelli analizza le carte dimenticate, sepolte sotto strati di polvere negli archivi giudiziari; esamina documenti, rilegge testimonianze, mette in fila uno dietro l’altro gli indizi trascurati nelle istruttorie e nei processi riguardanti i fatti di quell’epoca sciagurata, mette a nudo la complessa rete di complicità e strumentalizzazioni incrociate, tessuta da gruppi estremisti, da criminali comuni, dai servizi segreti italiani e stranieri (forse non così deviati come si è voluto far credere ai cittadini) e soprattutto da apparati dello Stato.

La stagione degli orrori non si chiude affatto con la strage di Brescia. Dovranno succedersi ancora la bomba sull’Italicus, il sequestro di Aldo Moro, l’assassinio di Fausto e Iaio, Ustica e un numero sterminato di attentati e omicid politici spesso mascherati da suicidi, fino al culmine rappresentato dalla madre di tutte le stragi: la bomba alla stazione di Bologna, prima che i “neri” vengano “scaricati” dai Servizi.

La narrazione parte dai moti studenteschi che cominciano già a delinearsi alla vigilia del Sessantotto e ricostruisce la genesi delle ideologie aberranti come i mito del superuomo e della gerarchia, il misticismo neopagano, le suggestione dell'oriente e l’odio anticapitalista e antiborghese, che finiranno con il deflagrare provocando stragi e terrorismo. Non trascura, Mimmo Franzinelli, di accennare alle eredità trasmessa alle generazioni dell’esperienza della Repubblica sociale e della Resistenza.

Come un detective, Franzinelli esamina le carte processuali delle stragi di Milano e di Brescia, riuscendo a tracciare precise mappe degli ambienti politici e minuziosi identikit dei protagonisti del terrorismo nero, soprattutto di quelli che uscirono assolti da tutti i processi e oggi, se viventi, non sono più imputabili grazie a depistaggi, errori giudiziari, coperture, omissis e segreti di stato.

Infine, finalmente, il libro punta il dito contro persone e apparati, facendo nomi e cognomi.

Si va dalla ‘’scarsa lealtà democratica di esponenti dell’Arma'’, tanto che ‘’alfieri del terrorismo come Carlo Fumagalli e Giancarlo Esposti… finiscono per percepire i carabinieri come cobelligeranti visto che ricevono “armi da alti ufficiali e beneficiano di insospettabili coperture'’, si prosegue ricordando gli ‘’storici'’ rapporti tra neofascismo e servizi segreti, tanto è vero che ‘’tre personaggi di primo piano, appena cessati dalle funzioni, diventeranno parlamentari del Movimento Sociale Italiano: il generale Giovanni De Lorenzo…l’ammiraglio Gino Birindelli…e il generale di corpo d’armata Vito Miceli…”. E, infine, viene ricostruito il complicato arazzo deile complicità, dei rapporti privilegiati, degii interessi di fede politica e di bottega, fra generali piduisti, terroristi neri, faccendieri, alte gerarchie della Chiesa, padrini della mafia, banditi comuni e funzionari di partito.

Ma non sta solo nel lavoro dello storico appassionato e del detective intuitivo il pregio di questo libro. Grande valore aggiunto è costituito dall’iconografia. Decine e decine di fotografie dell’epoca, spesso inedite, recuperate dagli atti giudiziari e dagli archivi, ottenute dai parenti dei protagonisti, cercate negli scantinati delle Questure e dei palazzi di giustizia, uscite dagli armadi del Viminale e dagli schedari delle forze dell’ordine, danno finalmente un volto a nomi fin qui astratti, privi di spessore, a fantasmi: quelli degli artefici del terrore e quelli delle vittime.

Alcune fra queste foto sono documenti rari e imperdibili. Come quelle che riprendono il “giornalista” Guido Giannettini e l’istantanea che riprende i neofascisti Nardi ed Esposti che giocano a fare le spie con impermeabili e baveri rialzati; e quelle in cui compare Mario Merlino al centro del gruppo anarchico 22 marzo a Milano.

Ci sono anche documenti inedito sugli scontri di piazza San Babila, a Milano; e foto segnaletiche di neofascisti milanesi e bresciani; la foto di un vagone ferroviario distrutto nel corso di un attentato dinamitardo e il corpo di Esposti crivellato di colpi a Pian del Rascino. Quelle di Franz De Min e Nico Azzi durante un’udienza in tribunale. Insomma, una galleria di immagini che dovrebbe mantenere viva la memoria per generazioni e generazioni. Perché nessuno possa dire io non c’ero, io non sapevo.


Titolo:

Neofascismo e servizi segreti da Piazza Fontana a Piazza della Loggia

Autore: Mimmo

Editore: Rizzoli

Collana: Saggi italiani

Anno di pubblicazione: 2008




Categorie: apertura, investigalibro, Libri

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