Imperial bedrooms

Autore: bret easton ellis
Editore: einaudi , 2010
Traduzione: giuseppe culicchia

Articolo di massimo versolatto
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190 visualizzazioni - pubblicato il : 19-01-2011

Non ci mette molto Bret Easton Ellis a scombinare qualsiasi piano uno abbia in mente. A uno come lui bastano due pagine. Venticinque anni dopo il suo esordio, il controverso scrittore nordamericano riporta alla ribalta i suoi primi protagonisti. La furbata sta nel fatto che Clay, simbolo di quel primo romanzo intitolato Meno di zero, stavolta parla in prima persona. E prende subito le distanze dal suo autore.

Ellis insomma si autoaccusa di aver sfruttato storie di vita vera, deturpandole. Ovviamente è una mossa ben calcolata.

Da qui in poi è tutta una questione di rimandi.

I ricordi fanno sempre gola e allo stesso tempo grondano sangue, quando sono spietatamente tatuati nell’anima.

Clay, produttore e sceneggiatore di successo a New York, torna a Los Angeles per lavoro, reincontra i suoi vecchi amici e si innamora (apparentemente ricambiato con del sesso esplosivo) di una modella imperiale che vorrebbe fare il cinema.

Fin qui niente di sconvolgente, se non fosse che Rain Turner, la modella, nasconde molte cose e nel “giro” del cinema, a L.A., la conoscono – e cercano di prenderne le distanze – anche le vecchie conoscenze di Clay.

C’è da essere sinceri: sarebbe inutile dilungarsi sulla trama di questo romanzo. Primo perché consta di 146 pagine, che sono relativamente poche, e secondo perché con Ellis bisogna badare a tutto. La trama è solo una minima parte di un disegno messo giù con le parole che è una bellezza.

Ellis ha il dono di scrivere benissimo, senza eccesso di retorica, scarno e sintetico. Racconta storie violentemente degradate (nell’anima, non esteriormente, visto che i protagonisti navigano in un mondo very luxury). A tratti sconvolgente – come in quell’episodio di sesso violento con una giovane coppia che sembra la sintesi deviata del finale di Americana di De Lillo – il libro di Ellis sembra nato per chiudere il cerchio aperto con la prima volta di Clay. Mano a mano che si sfogliano le pagine, però, anche quel sentore se ne va, lasciando posto al disagio.

Imperial Bedrooms è un libro che può dividere. Se alcuni lo troveranno felicemente spiazzante, altri non se lo godranno molto, per via della sua mancanza di un unico e preciso filo logico. È pur vero che l’attuale edizione, con un prezzo alto per le sue risicate 146 pagine non è appettibilissima.

L’arrivo di un’edizione economica potrà facilitare le cose e avvicinare un pubblico più ampio.





Categorie: apertura, Libri

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