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Tutta colpa d’Alfredo MilanoNera web press: Latest post
avagliano , 2009
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Share In questo giallo, ambientato a Bologna nell’estate del 1998, l’io narrante si presenta fin dall’inizio. O, meglio, si definisce come una persona che “può raccontare come sono andate le cose, il mio nome, però, non posso farlo”. Veniamo così a sapere che il racconto che stiamo per ripercorrere è frutto degli appunti che lui ha raccolto su una storia realmente accaduta dieci anni prima: chi scrive tiene anche a scusarsi per la forma scelta, il racconto, perché è “uno strumento precario” nell’epoca del villaggio globale, senza cioè l’immediatezza di un blog o di un social network.
Immediatamente dopo siamo catapultati nella storia vera e propria che, con tutti i suoi colpi di scena, si articola in circa un mese. Protagonista ne è Alfredo, trentaduenne bolognese, ex carabiniere, che lavora con lo zio nell’agenzia A-Zeta che si occupa di investigazioni e protezione di clienti che per vari motivi non possono rivolgersi alla polizia.
E’ questo il caso del gioielliere Guermandi che si è messo contro la mafia uzbeka che contrabbanda in diamanti e che per questo è stato minacciato. Accade così che Alfredo incontri Marilena, la figlia del gioielliere, perché è lei in primo luogo a essere in pericolo. Il rapporto dei due giovani, quasi coetanei, è all’inizio pieno di frizioni perché Marilena mal sopporta il cambiamento di abitudini intervenuto nella sua vita.
E’ questo il tema che Sandro Santori rende più credibile: i pensieri di entrambi, i primi turbamenti, la curiosità, l’interesse e tutte le sfumature di un rapporto che diventa di amore totale.
Mentre i due si conoscono i tentativi di intimidazione della mala del Brenta, contattata dagli uzbeki, rimangono quasi sullo sfondo e fanno da cornice. E’ un peccato perché la narrazione perde un po’ il ritmo; la caratterizzazione dei “cattivi” manca quasi totalmente: non vengono designati con un nome ma solo con alcuni capi di abbigliamento indossati, “l’uomo con il vestito di lino color tabacco” o con l’arma che portano “l’uomo con la Smith Wesson”.
Uno scarto nella narrazione si ha quando l’agenzia A-Zeta scopre che gli uzbeki stanno organizzando un rapimento. La fuga si rende allora necessaria, e il luogo eletto a rifugio è Civita Castellana, un luogo dove Alfredo si sente a casa e dove si può quasi giocare alla coppia felice e senza problemi.
A questo punto che le cose però si complicano e che si fa strada il tradimento, quello bruciante, e la sofferta decisione su da che parte stare, se rimanere puri o se sporcarsi le mani e accettare le debolezze altrui.
E’ nelle ultime pagine che si concentrano tutti gli elementi del giallo che si erano resi latitanti durante la permanenza a Civita Castellana in un susseguirsi di colpi di scena fino al secondo e ultimo incontro con il narratore che chiude il cerchio della vicenda.
Giallo forse non sempre ben equilibrato tra analisi psicologica (dei caratteri dei due protagonisti in primis e subito dopo quella della nascita della loro storia) e i fatti veri e propri, rimane comunque una piacevole lettura. Compra questo libro su Libreria Universitaria

Commenti

21 commenti per “Tutta colpa d’Alfredo”

  1. Non so cosa ne pensi l�autore, ma credo che la banalizzazione del male (non certo dei suoi effetti) debba (e possa) necessariamente passare attraverso personaggi senza fascino e senza faccia. Il fatto che manchino vampiri conturbanti, quanto intelligentissimi dottor Lecter, � un risultato che l’analisi critica dovrebbe perlomeno contemplare.

    Inviato da davide t. | December 19, 2009, 17:31
  2. il romanzo � ben ritmato ed � particolarmente piacevole ripercorrere Bologna sulle orme delle ombre di un mistero. mi � piaciuto il finale, in qualche modo rimette a posto le cose, come si dice “un buon compromesso lascia tutti arrabbiati”

    Inviato da domenico | December 19, 2009, 19:48
  3. Si legge tutto di un fiato e,rispetto ai romanzi gialli nei quali i luoghi e i personaggi mancano di spessore. in questo sono apprezzabili le atmosfere suggestive, le leggende e i paesaggi ricchi di storia in cui si muovono i protagonisti che, pur essendo giovani, sono pienamente partecipi del contesto.

    Inviato da aurelio | December 19, 2009, 20:14
  4. Il romanzo di Santori � avvincente, anche se in alcuni punti le descrizioni di Civita Castellana sembrano a cura dell’Azienda di Promozione Turistica (esistono ancora?). Inoltre non lo si pu� certo definire un libro fuori dal comune, ma ci sono frasi dette dal protagonista (Alfredo) che ti fermi a rileggere mentre tutto intorno a te improvvisamente sembra non fare pi� alcun rumore. Frasi che decidi di fare tue (“Le ferite non guariscono guardandole”). Se durante la lettura un libro mi regala questi precipizi, allora a me piace giocarci sull’orlo.

    Inviato da Daniele | December 19, 2009, 20:16
  5. La spavalderia dell’ex carabiniere Alfredo, diventato investigatore, frenata ben presto dal fascino della bella Marilena,si trasformer� in un nuovo incubo che corre parallelo agli incubi di lui bambino. Questo ed altro rendono questa storia ricca di spunti originali e insoliti nei romanzi di questo genere. Aspettiamo con ansia nuove avventure di Alfredo. A presto!!!!

    Inviato da Cristina | December 19, 2009, 20:33
  6. un romanzo leggibile tutto d’un fiato! Sicuramente non annoia, anzi, in alcuni momenti diverte.
    L’autore ha in mente una continuit� per questo libro e spero, nei prossimi episodi, di capire cosa significhi per lui il Monte Soratte, uno degli intrighi, a mio parere, di questo libro.
    Saluti a tutti e buone feste!

    Inviato da Andrea | December 20, 2009, 21:03
  7. Si legge con il piacere con cui si bevono certi vini “di compagnia”. La descrizione dei luoghi, l’intimit� che il protagonista dell’intreccio ha con le sue radici, le riflessioni che colpiscono ne fanno una lettura piacevole. Ma il vero personaggio del libro � chi ci racconta la storia, quello che non ci pu� dire il suo nome e che solo alla fine capiamo perch�. Bella trovata.

    Inviato da stefano | December 21, 2009, 05:42
  8. Ho trovato la scrittura di questo libro, scorrevole, quasi colloquiale, attenta e ben ritmata. Bologna passa davanti agli occhi viva, con affetto, ma senza sconti ed � bello ritrovarla li fra le pagine. Mi piace Alfredo, per le sue esitazioni e sicurezze, i desideri, i ricordi vivi, che ne danno un’immagine maschile credibile. Trovo che forse non sarebbe stato necessario disturbare nientemeno che la mafia uzbeka passando da quella del Brenta, ma � solo una piccola osservazione. Mi sono divertito.
    Auguroni a tutti

    Inviato da Gianni | December 22, 2009, 20:08
  9. Come solo pu� esserlo un giallo che si rispetti, il romanzo di Santori � un puntuale affresco di luoghi, persone, interazioni fra classi e gruppi sociali.
    Plot denso e suspense sono garantiti, cos� come � assicurata, a fine lettura, l’incertezza di avere conosciuto di persona Alfredo, il protagonista, e gli uomini e i luoghi poetici della sua infanzia.
    Buona lettura!

    Inviato da Claudia | December 29, 2009, 12:41
  10. Ogni volta che rileggo la pagina della scena in piscina sorrido.Come quando vedi complicit� tra due innamorati.Lui la osserva con occhi innocenti,e puri e la trasforma in una donna bella!Rileggo ogni tanto una pagina e ritorno tra quelle colline dolci e quella persone care.Mi sono distratta davvero!

    Inviato da maria | December 30, 2009, 13:31
  11. Ho letto il romanzo di Santori con vero diletto: sar� perch� abito vicino Civita Castellana (non � promozione turistica: i luoghi sono veramente cos�, ancora) e vi lavoro, ma la vicenda mi ha particolarmente preso. La scrittura – e non � sempre scontato – � scorrevole e la storia intrigante, anche se alcuni “appesantimenti” (ad es. le parti in corsivo) potevano essere evitati, ci� non disturba il divertimento della lettura. Spero ci possano essere dei seguiti: Alfredo � un personaggio che promette ottimi sviluppi.

    Inviato da salvatore | December 31, 2009, 18:15
  12. La profonda leggerezza con cui Sandro Santori ci racconta la storia di Alfredo e la allegra consapevolezza con la quale indaga la realt� ci portano a scoprire, nella quotidianit�, nella “normalit�”, emozioni dimenticate, tanto semplici quanto profonde e genuine. L’apparente semplicit� della scrittura non � altro che la spia di un consapevole e divertito approccio alla vita da parte dell’autore. Ambientare parte del romanzo nei luoghi della sua infanzia non fa altro che confermarlo: la curiosit� che, da bambini, nutrivamo per ogni cosa o, semplicemente, per il futuro e per le novit�, � un bene prezioso da conservare ed alimentare ogni giorno a qualunque et�.

    Inviato da Claudio | January 2, 2010, 13:35
  13. Ho assistito a una presentazione del libro. Mi era piaciuto il riferimento che Santori aveva fatto a Cuore di tenebra di Conrad, dichiarando che in una rilettura di Conrad aveva capito l�importanza di un io narrante interno alla storia, una sorta di testimone che avvalorasse quanto accaduto. Come Marlow faceva di Kurz, cos� nel suo romanzo l�io narrante senza nome avrebbe fatto di Alfredo.
    Ora la mia impressione, dopo la lettura, � che l�io narrante in �Tutta colpa di Alfredo� sia in parte sconcertante e in parte troppo sfuggente. Come lettore mi incuriosirebbe conoscere qualcosa di lui e il perch� delle sue azioni. Quali possono essere le ragioni di tante omissioni?

    Inviato da MikeLisk | January 20, 2010, 19:09
  14. Ho sempre avuto un po� di perplessit� rispetto agli interventi esplicativi dell�autore. Ritengo che sia il romanzo il luogo in cui l�autore debba esprimersi e che la scrittura del testo sia il suo unico strumento per farlo. Ma in una societ� della comunicazione di massa un autore che non discuta non dibatta non chiarisca non intervenga al di fuori del testo, e in tutte le modalit� possibili, sembra destinato a una precoce e rapida obsolescenza. La reticenza a bloggereggiare, a fornire il proprio numero di piede, le proprie preferenze alimentari sessuali sportive musicali e, soprattutto, le proprie foto dell�infanzia e dell�adolescenza non vengono interpretate come pudore e understatement, ma come il segno sicuro che c�� qualcosa da nascondere. In sintesi: se l�autore non si esibisce, l�autore non esiste.
    Se l�autore non diventa un personaggio spendibile nel mondo della comunicazione-spettacolo e se le notizie �intorno� a lui e al romanzo non sono interessanti, il libro ha poche possibilit� di richiamare attenzione e di essere venduto.
    Lo so lo so, c�� sempre qualche raro caso in cui sia il libro a imporsi. Eccezione che conferma la regola.
    Ho deciso di intervenire dopo l�ultimo intervento, quello di MikeLisk.
    Per prima cosa ringrazio Sabrina Pittalunga per la recensione e MilanoNera per l�ospitalit�.
    Ritengo che la recensione sia ben fatta e dia un quadro realistico del romanzo e delle sue dinamiche.
    Comprendo molto bene la critica negativa �sul calo di ritmo�; � proprio vero, quel calo c��. Ma c�� perch� � voluto.
    Pu� la consapevolezza di un peccato assolvere il peccatore ed eliminare il peccato?
    E se io non lo considerassi un peccato ma un tentativo di uscire dal codice?
    Nella letteratura di genere (detection, poliziesco, noir, polar, thriller) che noi italiani chiamiamo �giallo� il ritmo ha una grande importanza: una serie di accadimenti concatenati, meglio se sorprendenti e rapidi.
    C�� l�idea di fondo che il ritmo alimenti la tensione e crei suspense nel lettore. Ma la tensione non potrebbe essere creata dalla rottura del ritmo? Dall�ignorare quali azioni i cattivi stiano intraprendendo contro i buoni? La tensione non potrebbe nascere vedendo Alfredo e Marilena in illusoria felicit� mentre alle loro spalle il cerchio si sta chiudendo?
    Nell�attuale momento storico, in particolare nella quotidianit� del mondo occidentale, crea pi� panico la rottura del ritmo o seguire il ritmo? C�� pi� paura in un momento di pausa o nell�attivismo frenetico?
    Chandler, che ho stimato e stimo moltissimo, nelle regole auree del giallo metteva l�idea che nel romanzo non dovesse mai entrare una storia d�amore dell�investigatore. Ma le convenzioni servono per essere rispettate e poi superate. Se sia giunta l�ora del passaggio dal rispetto al superamento non sono cos� bravo da poterlo affermare. L�ho fatto, e basta.
    Per quanto riguarda �la mancata caratterizzazione dei cattivi� � voluta anche quella. Ci si pu� difendere dalla banalit� del male? In fondo Marilena � nei guai per la sua superficialit� non per la sua perfidia.
    Nei romanzi gialli vedo troppi angeli caduti e ribelli e pochi imbecilli del piano di sotto che lasciano il gas aperto.
    Quando Toto Riina afferma in tribunale che le sue �sono mani da bracciante che � vissuto del suo lavoro e che i giudici comunisti ce l�hanno con me� non sembra proprio quella straordinaria Primula rossa e spietato capo di Cosa nostra che i media ci avevano raccontato.
    Un altro obiettivo che mi sta a cuore, e che approfondir� nei prossimi episodi, � �la chiarit� del male�.
    La letteratura dell�800 aveva l�intenzione di epater le bourgeois e mostrare il lato oscuro delle societ� borghesi, motivazioni di alto livello civile. E non dico nulla sulle pulsioni voyeristiche abilmente suscitate per favorire le vendite. La letteratura di genere degli ultimi 20 anni ripete il refrain del lato oscuro senza accorgersi che la rappresentazione del male (cronaca nera) su giornali e tiv� � ridondante pane quotidiano in ogni tinello e cucina degli italiani. Il tutto � propinato con obiettivi strumentali alla legittimazione di politiche incivili e regressive, nonostante i dati sulla criminalit� quotidiana (non parlo delle mafie) siano irrisori rispetto a quelli presenti nella societ� italiana di fine ottocento.
    A me interessa raccontare il lato chiaro del male. C��? E� consistente? Ci prover�. Quanti serial killer mantengono in vita con le loro donazioni i rifugi per cani e gatti abbandonati? Quanti assassini sono dei genitori modello?
    Una risposta diretta a MikeLisk.
    Quando si crea un progetto articolato in pi� episodi c�� il problema della loro organizzazione. Quali elementi di conoscenza dei personaggi fornire ai lettori? Come distillarli lungo il percorso progettato? Io sono dell�idea che i personaggi debbano rivelarsi un po� alla volta, per diventare pi� interessanti e anche pi� sorprendenti.
    Sono quindi in grado di tranquillizzarla. Nel secondo episodio l�attuale l�io narrante (certo, sempre lui) dir� molto di se stesso. Se lo trover� ancora una volta sconcertante non potr� farci nulla. Lui � quello che �. Non dipende da me. L�autore, si sa, � al servizio dei personaggi e non il contrario.

    Inviato da Sandro Santori | January 22, 2010, 10:37
  15. Nascosto dietro un libro “giallo” Sandro ci dice cosa � giusto e cosa � sbagliato nella vita, ma ce lo dice dalla bocca di un personaggio “non personaggio”, un uomo normale come tutti noi.

    Inviato da Roberto Laurenti | January 22, 2010, 11:33
  16. In apparenza il libro di Sandro Santori pu� sembrare complesso e sfuggente, ma non � cos�. La storia gialla che fa da sfondo alla vicenda narrata � solo un pretesto per raccontare “con ritmo e poi spezzarlo” come afferma l’autore, una storia semplice di personaggi complessi, con problematiche esistenziali irrisolte uniti in una vicenda pi� grande di loro che mette a nudo la diversit�,e quindi la impossibilit� per i due personaggi di vivere fino in fondo la loro storia. Sono stato molto sorpreso invece dall’ottima tecnica di scrittura usata dal Santori che mi ha ricordato un p� quel genio della scrittura che � stato Sandor Marai.

    Inviato da clafede55 | January 22, 2010, 23:34
  17. Ho letto il romanzo di Santori e lo trovo interessante e scorrevole.
    Sono rimasto piacevolmente colpito dai personaggi caratterizzati e riconoscibili attraverso gli indumenti. un modo abbastanza originale per immaginare un personaggio pi� “intrigantemente” rispetto all’uso del semplice nome proprio. Ricorda un p� “un paese per vecchi”…

    Inviato da Alessandro | January 27, 2010, 17:17
  18. Io ho letto questo libro con certa curiosit�, e devo dire che essendo faziosamente un sostenitore del mio ex docente, Sandro Santori, ho trovato il libro molto conciso… spero che l’autore sappia mantenere le premesse/promesse fatte al momento della presentazione del “primo episodio” e che le avventure di Alfredo Magnani e la sua agenzia di investigazioni possano continuare.
    Forse il caro Sandro Santori non ha voluto “bruciare”
    tutte le sue carte al primo episodio!!!
    Certo che per� con una storia simile poteva “allargarsi” un attimo nel descrivere certi personaggi, ma io come suo ex alunno e spero amico ho in Santori Sandro una grande ammirazione per la sintesi… anche se nelle storie investigative o hard boiled o “gialle” nella descrizione preferisco avere pi� “elementi”.
    Comunque bel libro!!!

    Inviato da fabio landi | February 1, 2010, 15:45
  19. Tutta colpa di Alfredo

    Il racconto fila via liscio e si legge tutto di un fiato, come ogni noir che si rispetti.
    Lo schema, alquanto complesso (io narrante; racconto del sogno ; appunti; continui cambi di scena nello stesso capitolo) aiuta a tenere desta l�attenzione del lettore ed e� tutto sommato funzionale, dato il tempo abbastanza stretto in cui si svolge la trama . Il linguaggio e� semplice, ma molto ricco di immagini , indulgendo forse un po� eccessivamente nella descrizione di luoghi noti: ma forse e� perche� ci viene subito in mente Sarti Antonio , le cui esplorazioni in una Bologna nota, rilevano anche l� personaggi di una borghesia amorfamente amorale , con cui non si riesce a simpatizzare neanche quando sono vittime di efferatezze criminose; questo richiamo un po� nuoce alla nostra storia, l�eroina non e� una eroina ne� una femme fatale e il suo destino forse ci sta meno a cuore delle povere bestie (cani , cavalli, gatti) dei cui brandelli e� disseminato il cammino dello stalker vendicatore . Il protagonista Alfredo e� una figura ben delineata, sognante e in evoluzione, per cui non ci sorprenderebbe ritrovarlo in una prossima avventura, ma Santori dovra� sudare abbastanza per liberarlo dal posto che occupa in questo schema narrativo , in cui lo sguardo sin dal principio appartiene all�antagonista , il male, le eterne mafie di cui al giorno d�oggi non crediamo piu� di poterci liberare .
    Mi sono divertito
    [email protected]

    Inviato da elio bossi | February 7, 2010, 18:55
  20. ho letto con piacere e curiosit� il libro di Sandro Sartori e ne ho apprezzato l’intreccio originale e la scrittura scorrevole ed accurata .Le belle descrizioni dei luoghi e la raffinata analisi psicologica dei personaggi principali ,ne fanno un giallo non comune anche se a tratti rallentano il ritmo del racconto . Aspettiamo il seguito !

    Inviato da Perla Plazzi | February 14, 2010, 20:07
  21. “Cerco di adempiere all’obbligo di sopravvivere e di non farmi ridurre in pezzi”…
    Grazie a chi trova parole dove a me manca solo l’aria …

    Inviato da Giusy | June 28, 2010, 13:44

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