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L’ipotetica assenza delle ombre MilanoNera web press: Latest post
voras , 2009
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A volte il Male si nasconde nei posti più impensabili. In una vecchia casa di campagna per esempio. O peggio. Potrebbe essere dentro di noi, là dove mai ci saremmo sognati di trovarlo, assuefatti come siamo da una vita dominata dalla routine e dalle convenzioni sociali. Ma, come succede a Marco Berardi, anche a noi potrebbe capitare qualcosa di inaspettato che spezza questa routine, scoperchiando come in un macabro vaso di Pandora un lato di noi stessi che mai avremmo pensato di possedere. E per quanto potremmo cercare di negarlo, di nasconderlo, di ricacciarlo nel profondo nero dei nostri peggiori incubi, esso continuerebbe ad emergere, e alla fine potrebbe persino prendere il sopravvento.

Per esempio, potremmo scoprire, un giorno che era cominciato esattamente come ogni altro, di aver ricevuto in eredità una grande e vecchia casa di campagna da un eccentrico pittore inglese. Potremmo scoprire che il vecchio proprietario, al di là della sua innocua apparenza, nasconde all’interno della casa segreti inconfessabili, celati dietro inquietanti ritratti di giovani donne. E ancora, potremmo trovarci faccia a faccia con la consapevolezza di essere posseduti dai medesimi demoni che hanno abitato la casa ed il suo proprietario per decenni. Perchè quei demoni fanno parte della natura umana, e a volte siamo troppo deboli, troppo vigliacchi, o semplicemente accecati da una rabbia che viene da troppo lontano, per poterli dominare. Eppure basta così poco per trasformarsi da vittima a carnefice, e da carnefice di nuovo a vittima, in un susseguirsi di delitti e castighi che testimoniano il rincorrersi continuo di passato e futuro.

L’ipotetica assenza delle ombre è un romanzo che scava al di là della quotidiana apparenza per rivelare la fragilità di un equilibrio mentale che il protagonista crede di essersi costruito lungo tutta una vita e che invece viene improvvisamente spazzato via dalle rivelazioni di una casa che sembra sospesa nel tempo. Una storia che insinua l’orrore fra le pieghe di una vita normale e che solleva una sottile polvere di angoscia che si attacca in gola e non abbandona fino all’inquietante conclusione, e anche oltre. (Davide Schito)

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