Danielle Trussoni: la nuova stella del fantasy noir


Articolo di Adele Marini
Tweet
Print this post Print this post
Invia questo articolo ad un amico Invia questo articolo ad un amico

164 visualizzazioni - pubblicato il : 25-03-2012

Danielle è bellissima. Ovale del viso, perfetto. Pelle bianchissima. Portamento elegante. Sembra l’incarnazione delle splendide creature di cui parla nel suo romanzo. E’ gentile e preparata. Perfettamente consapevole di aver prodotto un best seller che forse non lascerà il segno nella storia della letteratura americana ma perlomeno farà tramontare la moda dei vampiri. Angelology, infatti, tratta di angeli, ma non quelli buoni, gentili, col volto paffuto dei cherubini che svolazzano nelle chiese barocche. No, gli angeli di cui si occupa Danielle sono perfidi. Appartengono alla stirpe maledetta dei Nefilim nominata nella Genesi e nel libro di Enoch e sono sulla terra per seminare morte e zizzania. Danielle ha preso spunto proprio dalle Scritture per costruire una trama inquietante. Ambientato in una New York in cui sembra che possa accadere davvero di tutto, Angelology ha due protagonisti : Evangeline, una suora dal passato oscuro, appartenente a un ordine conventuale contemplativo, e Verlaine, un ricercatore squattrinato a cui qualcuno ha commissionato ricerche da condurre nel monastero in cui vive Evangeline. Deve cercare i documenti relativi a una misteriosa spedizione alla Gola del Diavolo, in Bulgaria, finanziata da Abigail Rockefeller. Sembrerebbe un compito facile, in realtà è una missione pericolosa, anzi, mortale, perché alla Gola del Diavolo è accaduto qualcosa di tremendo e il segreto è custodito proprio lì, fra quelle mura. Impossibile riassumere la trama di quest’opera ambiziosa e monumentale della quale sono stati acquistati i diritti cinematografici prima ancora che diventasse un libro. Un’epopea fantastica che si muove abilmente fra i generi fantasy, thriller e storico. Va detto che lo stile fluido e la capacità dell’autrice di reggere i fili di una trama complicata, riescono a trasformare l’incredibile in realtà. Una realtà “laterale”, che risucchia i lettori in una vorticosa cavalcata attraverso i secoli. Danielle Trussoni è americana per nascita ma, come dice il cognome, ha radici italiane. E’ sposata con lo scrittore bulgaro Nikolai Grozni e vive in Francia. L’abbiamo incontrata a Milano ed ecco com’è riuscita a produrre un libro in vetta alle classifiche del New York Times che, con ogni probabilità, scalerà anche quelle italiane.

Anzitutto l’ambientazione. Il convento di St. Rose è descritto dal di dentro e l’impressione è che lei ci abbia realmente vissuto. Come ci è riuscita?
Nel libro il convento è collocato a Milton, nello stato di New York e lì c’è realmente un monastero in riva all’Hudson. Io però mi sono documentata in un convento nel midwest, dove una mia prozia è monaca. E’ lì che ho studiato il modo di vivere delle religiose, vivendo con loro per un lungo periodo. Lì esiste realmente la cappella dell’Adorazione che ho descritto, dove le monache pregano ininterrottamente da 130 anni.

I fantasy oggi vanno forte: maghetti, daimon, vampiri … per non parlare delle creature mostruose del Signore degli Anelli. Quanto l’ha motivata il desiderio di avere successo inserendosi nel filone?
Sono consapevole del fatto che sul mercato librario oggi c’è una vera fame di fantasy. Devo dire però che quando ho deciso di scrivere Angelology l’elemento soprannaturale non era così presente. Nelle mie corde c’è soprattutto la narrativa storica. Sono state le ricerche che ho iniziato a fare in Bulgaria, alla Gola del Diavolo, a decidere cosa avrei scritto. Il soprannaturale è entrato di prepotenza nella storia ed è cresciuto via via.

A proposito delle ricerche in Bulgaria: ci sono molti elementi della realtà nel suo libro?
Ho vissuto in Bulgaria per quattro anni con mio marito e ho esplorato a fondo il Paese che è bellissimo. I luoghi, quindi, derivano dalla mia esperienza personale. Così come ogni altra località che descrivo. I documenti biblici che cito sono opere su cui ho fatto ricerche.

Il suo stile è molto cinematografico: i personaggi e i luoghi si vedono. Si aspettava che il libro finisse a Hollywood?
No, non me lo aspettavo anche perché io stessa avevo inviato la prima stesura del romanzo a un agente di Hollywood che l’aveva rifiutata. Dunque, la notizia della cessione dei diritti mi ha molto sorpreso, tanto più che ignoravo che il mio agente avesse sottoposto il manoscritto a una produzione. A proposito dello stile, sono convinta che la scrittura debba farti vedere le cose e provare realmente le emozioni che agitano i personaggi. I grandi romanzi inglesi dell’800 ci riuscivano benissimo ed è a questa tradizione che io mi rifaccio.

Lei è credente? Crede agli angeli custodi?
Non appartengo a nessuna confessione religiosa anche se sono molto spirituale e affascinata dallo studio delle religioni.

Com’è nata l’idea che sta alla base di Angelology?
Nel convento, mentre stavo facendo le ricerche per un romanzo che aveva come protagonista una suora, però non sapevo ancora che direzione avrei preso. In questo convento avevo un appartamento a disposizione e potevo muovermi liberamente. Una notte, alle due, andai alla cappella dell’Adorazione. Guardandomi attorno mi sono accorta che c’erano tantissime raffigurazioni di angeli. Ho capito che erano elementi importanti, allora ho deciso di approfondire. Sono entrata nella biblioteca del monastero, che è esattamente uguale a come l’ho descritta, e lì ho trovato un sacco di libri dedicati all’angelologia. Ne ho portato in stanza un po’ di copie e alla cinque del mattino avevo già trovato il versetto della Genesi che parla dei Nefilim, la stirpe nata dall’accoppiamento degli angeli caduti con gli umani. Una vera folgorazione.

Quanto tempo ha impiegato per la documentazione e la stesura di un’opera così ambiziosa?
In totale ho lavorato quattro anni.

Non ha mai avuto, scrivendo, il timore di sconfinare nell’incredibile? Di non essere convincente?
Sì, l’ho avuto. Però sono sempre stata certa che un serio lavoro di ricerca sia il miglior antidoto all’inconsistenza. Con tanti dettagli presi a prestito dal mondo reale, descrizioni accurate, fonti storiche, il lettore a un certo punto finisce per entrare davvero nella storia, che è nerissima.

Si stanno profilando un best seller e un colossal cinematografico. Intende proseguire dando un seguito alla storia?
Sì. Ho quasi finito di scrivere il seguito che consegnerò al mio editore fra tre mesi. Evangeline e Verlaine saranno insieme a Parigi. Poi ne seguirà un terzo. Angelology è il primo di una trilogia.

A cosa attribuisce il successo del romanzo? Qual è l’ingrediente che ha fatto la differenza?
Credo che a determinare la fortuna di un libro siano tanti fattori fra cui la tendenza del momento e la fortuna. A me è stato detto che Angelology arrivato dopo tanti vampiri portava finalmente un elemento di novità. Probabilmente, senza saperlo, ho introdotto un elemento di novità.





Categorie: interviste

Tags:

Scrivinoir: arriva la scientifica
Arriva la scientifica è il secondo volume (qui il primo) della collana Scrivinoir: i fondamentali della scrittura d’indagine pubblicata esclusivamente in ebook dall’editrice Milanonera e

Scrivinoir – I fondamenti della scrittura d’indagine
Scrivinoir è una mini collana che si propone di offrire agli aspiranti scrittori di romanzi gialli e noir, ma anche agli aspiranti cronisti di nera

Gli ultimi articoli di ADELE MARINI

Letture d’estate /1 (22 giu 2012)
GREGG HURWITZ - Il prossimo sarai tu - GIUNTI (14 mag 2012)
Letture di primavera (terza e ultima parte) (20 apr 2012)
Letture di primavera (seconda parte): Box, Sewell,Childe,Gyllander… (6 apr 2012)
Letture di primavera: Romagnolo, Simoni, Carrisi, Revels, De Palo, D’Orta (prima parte) (30 mar 2012)
A Fernando Bandini, Derek Walcott e Roberto Vecchioni il premio Choice-Montale 2012 per la poesia (24 mar 2012)
JAMES HEPBURN - Il complotto - NUTRIMENTI (22 feb 2012)

Compra gli ebook MilanoNera su

Commenti

Un commento per “Danielle Trussoni: la nuova stella del fantasy noir”

  1. articolo interessante… anche se, se io fossi la scrittrice, mi sarei offesa se avessero iniziato l’articolo dicendo: è bellissima… avrei preferito è bravissima…è la dimostrazione che sono le donne schiave della bellezza, non indotta dagli uomini, ma da loro stesse per prime. Mah… vanitas vanitatum omnia vanitas

    Inviato da f.t.denard | marzo 29, 2012, 17:13

Inserisci un commento

 
 

Bottom