Una scena inedita da: Il passato è una bestia feroce
Una scena inedita da:
Il passato è una bestia feroce, il primo thriller di Massimo Polidoro
Edizioni Piemme
In occasione dell’uscita de Il passato è una bestia feroce, il primo thriller di Massimo Polidoro pubblicato da Piemme, l’autore ci regala una scena tagliata dalla versione finale del libro.
«Era il modo in cui il libro iniziava in origine» spiega Polidoro. «Introduceva subito una misteriosa figura, pur senza rivelarne l’identità, e l’intenzione era quella di far capire immediatamente al lettore che era successo qualcosa di terribile. Poi, ho deciso di iniziare in maniera diversa (e chi vuole scoprire come può scaricare gratuitamente le prime pagine qui: http://goo.gl/F5I7iq). Ma la scena l’ho tenuta e ora la regalo ai vostri lettori».
Verazzano, Pavia
11 luglio 1982
Il chiasso in strada è così assordante che riesce a penetrare anche le pareti insonorizzate della stanza. Clacson che strombazzano da oltre un’ora, orde di ossessi che urlano in strada e cantano confusi stornelli, trombe sguaiate, botti… sembra che la cacofonia non debba finire mai.
Eppure, la bambina stesa sul materasso posato al suolo continua a dormire, inconsapevole di tutto, anche del caldo. Là dentro ci saranno almeno trenta gradi e lei, con la sua salopette di jeans e la magliettina a righe colorate, non suda nemmeno. A differenza della figura immobile nell’ombra, che si passa una mano sul viso umido nel tentativo inutile di asciugarsi.
Non ci sono finestre e l’unica luce, tenue e giallastra, arriva da una lampada di gomma dura a forma di cagnolino con la lingua di fuori posata in terra in un angolo. Nonostante l’odore di Vim che impregna la stanza, si percepisce un sentore di gomma bruciata. Bisognerà evitare di tenere troppo accesa la lampada.
Più avanti si potrà spegnerla. Ora, però, la luce è essenziale.
La figura si guarda una mano. Non trema più. Forse è arrivato il momento. Non è stato facile calmarsi e riprendere il controllo. Per tutto il tempo, l’ombra sentiva il cuore pompare il sangue così forte che gli sembrava di avere due tamburi nelle orecchie. Poi, dopo avere steso la piccola sul materasso ed essersi fermato lì, in piedi, a fissarla, il respiro si è fatto più calmo, il tremore è diminuito e adesso, sudore a parte, si sente finalmente pronto. O almeno spera.
Schiocca la lingua asciutta, vorrebbe bere un sorso d’acqua, ma si è dimenticato di portarla. Anche nei piani più perfetti si insinua sempre qualche crepa. Pazienza, dovrà farne a meno ancora per un po’.
La bambina si muove, ma non può voltarsi perché piedi e mani sono legati con dei lacci di plastica. L’effetto del sonno artificiale svanirà presto, non resta molto tempo.
La figura si avvicina lenta, sollevando i piedi per non fare rumore, poi si inchina a terra. Un ginocchio manda uno schiocco secco. Nessuna reazione. Il respiro lento della bambina continua regolare. Da così vicino si sente il suo profumo. Sa di gelsomino, forse è l’ammorbidente che sua madre ha usato per i jeans.
La sagoma scura si avvicina alla nuca. I lunghi capelli ramati sono raccolti sulla schiena in una lunga treccia fermata in fondo da un fiocchetto rosso a forma di farfalla. Avvicina il volto alla testa e annusa il profumo dello sciampo. Sa di mela.
Poi si drizza di scatto. Si rende conto che sta tergiversando, che cerca di rimandare l’inevitabile, ma non può più perdere tempo. Si morde un labbro mentre una mano si infila sotto la giacca da lavoro. Estrae un astuccio di finta pelle marrone chiuso da una zip. Lo apre con cautela, cercando di ridurre al minimo il rumore. Precauzione del tutto inutile, visto il baccano che, pur attutito, ancora filtra da fuori. Ma non riesce a fare a meno di essere prudente. Tutto può andare a rotoli in un momento. E l’ombra lo sa bene.
L’astuccio, un modesto beauty case riciclato, si apre a libro e gli strumenti al suo interno scintillano. Pinzette, lime e forbicine sono sparite, sostituite da oggetti di uso meno comune. Le lunghe dita sfiorano un bisturi affilatissimo, poi si spostano e sfilano dal suo alloggiamento un paio di forbici da elettricista, con la presa rinforzata. Comincerà con quelle, giusto. Poi, si vedrà.
© 2015 Massimo Polidoro
Prima di salutare Polidoro, gli facciamo ancora una domanda: e vero che ha pensato a una “proposta” speciale per chi acquista il libro prima dell’8 marzo?
«Verissimo! Chi decide di acquistarlo questa settimana, e si fa un selfie che lo ritrae con il libro, riceve due miei ebook inediti. Il primo è Vuoi scrivere un libro? 10 cose che devi sapere prima di cominciare, una sorta di “decalogo” con tutto ciò che nessuno dice mai agli aspiranti scrittori e che anch’io ho dovuto imparare a mie spese. Il secondo si intitola Una guida per curiosi: 10 cose che avreste sempre voluto sapere e nessuno vi ha mai detto prima, una raccolta di miei saggi su temi insoliti che vanno dalle tecniche per leggere le espressioni non verbali ai meccanismi psicologici della seduzione, dalle regole per riconoscere le bufale ai principi scientifici alla base di quella che tanti chiamano “fortuna” e i suggerimenti per sfruttarla a proprio vantaggio. Per sapere come riceverli è sufficiente cliccare qui: http://goo.gl/kdNOIe ».
Per approfondire
Guarda il booktrailer: http://goo.gl/m0iil0
Scarica le prime pagine del libro: http://goo.gl/F5I7iq
Vai al sito del romanzo: http://goo.gl/dNRxRA