Il cuore nero delle donne -recensione
Per la penna di: Marta Morazzoni, Barbara Di Gregorio, Rosa Mogliasso, Ben Pastor, Elisabetta Bucciarelli, Michael Gregorio, Lorenza Ghinelli, Cinzia Tani, ecco a voi Il cuore nero della donne.
E dunque, se volete fare un regalo per la festa delle donne dell’8 maggio, suggerisco non mimose ma questo libro di delitti in Noir che troverete raccolti in un’antologia della Guanda, in libreria dal 5 marzo, in otto storie raccontate da otto autrici e un autore, il nome non tragga in inganno, perché Michael Gregorio da bravo Giano bifronte è lo pseudonimo di Michael Jacob e Daniela De Gregorio, marito e moglie.
Storie di sangue e di delitti, quindi. Famosi alcuni, meno conosciuti altri, ma tutti con un denominatore comune: l’incontrollabile passione umana che scatena la furia e che tutto può, persino uccidere.
Negli ultimi tempi sempre più spesso mi trovo a leggere delle belle raccolte a tema come questa. La cosa non mi dispiace affatto perché la migliore tradizione letteraria italiana, fin dai tempi più antichi, è fatta di novellistica. Stavolta Luca Crovi con una brillante introduzione, da gattopardo pari suo, ci presenta otto/nove grandi penne del noir (otto in sottana), riunite in una antologia, quasi una saga del delitto al femminile nei tempi, che celebra i grandi delitti della storia, commessi da donne.
Tutte le pagine grondano sangue e, le più, follia vera, presunta o immaginata, con per traccia crudeli e torbide vicende di dame in nero dai molti passati. Come quelle lontanissime, seguendo il susseguirsi dei capitoli, di Clitennestra la mitica, indifferente, altera e insoddisfatta sposa di Agamennone, un vero mostro di egoismo di Marta Morazzoni; dell’insana e terribile avvelenatrice della Roma imperiale Locusta, con la sua bulimica fame di delitti e di morte, di Barbara Di Gregorio; dell’angelicamente sofferta ma depravata figura rinascimentale di Lucrezia Borgia di Rosa Mogliasso e della tragica ma inutile rivalsa della vittima/carnefice/capro espiatorio Marianna de Levya, gettata in pasto ai giudici come La monaca di Monza per la penna di Ben Pastor che ben fa a concederle il dubbio. Poi, passando al novecento, alla storia più recente, con gelosia e follia a far da morbosa cornice: la melanconica ricostruzione dell’amore impossibile o forse meglio dire del pericoloso odio/amore di Maria Elena Tiepoli Oggioni per l’ordinanza del marito ufficiale, di Elisabetta Bucciarelli; l’atroce storia della follemente efferata assassina seriale Leonarda Canciulli e, chi non ha mai sentito il suo nome di battaglia: saponificatrice di Collegno batta un colpo, scritta dall’accoppiata Michael Gregorio; quella orribilmente passionale nata nella mente bacata di Rita Fort, che non si tirò indietro dal sterminare anche dei bambini, figli dell’amante e solo colpevoli di non essere suoi, di Lorenza Ghinelli e, per finire, quella celebre, per anni agli onori dei media per la notorietà della protagonista, la contessa Pia Bellentani che, umiliata e tradita dell’amante, Carlo Sacchi, l’uccise pubblicamente a colpi di pistola durante una serata di gala a Villa d’Este, di Cinzia Tani.
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