La magnifica stronza

Autore: Sherry Argov
Editore: piemme

Articolo di bea buozzi
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169 visualizzazioni - pubblicato il : 9-04-2012

La parola stronza è connotativa di tutti i suoi manuali di self-help. Da Falli soffrire (il cui sottotitolo era un eloquente: gli uomini preferiscono le stronze) a Trattali male (perché gli uomini amano le stronze). A completare la trilogia arriva l’ultimo capitolo, dedicato alla Meravigliosa Stronza: un animale mitologico, in bilico tra la donna e la mantide religiosa. Sherry Argov lo è: innatamente e geneticamente. E lo dimostra ogni cosa che gravita intorno alla sua vita. A cominciare dall’ubicazione geografica (lavorare a Los Angeles non è la stessa cosa che farlo a Quarto Oggiaro), le testate per cui scrive (firmare una rubrica per Cosmopolitan conferisce un’allure differente rispetto a chi collabora con il giornalino della parrocchia), il decolté generoso come il biondo che la contraddistingue (rendendola, ancora una volta, diversa da chi combatte una crociata con la ricrescita dei capelli e l’imbottitura del push up). Insomma, la Argov è il paradigma della nata stronza. In senso positivo: perché le belle stronze (guardate che vi sento intonare il Masini del tempo che fu, eh?) ottengono sempre ciò che desiderano. Ragion per cui, all’interno di una bussola delle relazioni, si trovano agli esatti antipodi delle brave ragazze, che comportandosi in modo ingenuo vengono etichettate come prevedibili Quindi liquidate senza cassa integrazione o rispedite al mittente. D’altronde non c’è niente come la perdita del mistero che annoia un uomo. La donna amata, è autonoma, indipendente e ironica. Dotata di una prominente spina dorsale, che fa mettere se stessa sul piedistallo prima degli altri. Rappresenta, così, la compagna ideale che non cerca un uomo soltanto per l’incapacità di accettare la solitudine ma per l’importanza da lei attribuita alla parola “insieme”. Al contrario ci donne, indotte a credere che per conquistare e tenersi l’uomo dei sogni debbano sacrificarsi, essere accondiscendenti, mostrarsi in perenne sinergia con lui, annullare i propri interessi e stare un passo indietro. Niente di più sbagliato. L’icona di Cenerentola che continua a mietere vittime tra le nuove generazioni è quanto di meno contemporaneo possa esistere. Quello che le fiabe si astengono dal raccontare è che agli uomini le brave ragazze non piacciono. E appena incontrano una magnifica stronza, le mollano per una di loro. Per lei che ha capito il vero senso della vita, lei che se non ti senti all’altezza senza un uomo, non sarà un uomo a farti sentire all’altezza. Lei che sa perfettamente che una relazione può farti felice solo se lo sei già di tuo. Perché gli uomini sono attratti dalle donne che sprigionano gioia di vivere e autonomia, che si fanno rispettare e che non si sminuiscono per loro. Anzi che li fanno penare un po’, che sanno quello che vogliono e trovano sempre il modo per ottenerlo. Reinterpretando la favola di Cenerentola con un nuovo happy ending dove la protagonista calzando dei sandali di cristallo Jimmy Choo, dice al suo principe azzurro venuto a prenderla: “avviati pure nel tramonto senza di me. Ti raggiungerò tra un po’.”





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