Giallo d’Avola

Autore: Paolo Di Stefano
Editore: Sellerio

Articolo di Susanna Daniele
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10 visualizzazioni - pubblicato il : 16-10-2013

Primo romanzo di Paolo Di Stefano, vincitore al Premio Viareggio. Tanto per cominciare non trovo appropriato il titolo perché, letterariamente parlando, non ha le caratteristiche della narrativa gialla nell’accezione ormai condivisa. Due righe di trama per capire di cosa si tratta. Nella Sicilia rurale degli anni ’50 due fratelli sono in perpetua guerra fra loro, con tanto di minacce e di denunce penali. Una mattina uno dei due fratelli scompare lasciando una scia di sangue sul terreno. La moglie dello scomparso accusa il cognato di omicidio e a partire da quel suo primo grido a poco a poco si formerà il convincimento degli inquirenti sulla colpevolezza del fratello della vittima che, nonostante la difesa di due affermati penalisti, sarà condannato all’ergastolo. La vicenda si svilupperà ulteriormente, e lascio al lettore la scoperta. Tornando al genere giallo, nell’accezione ormai condivisa, Giallo d’Avola ne contiene alcuni elementi come il mistero, ovvero la scomparsa di un uomo o del suo corpo, la conduzione dell’indagine “istituzionale”, da parte delle forze dell’ordine, e di una successiva indagine privata, diretta a chiarire se si tratti di un omicidio oppure di una scomparsa volontaria. Tuttavia mancano elementi essenziali del giallo, come il chiarimento finale di tutta la vicenda e dei motivi psicologici e/o sociali che l’hanno provocata, l’attribuzione di responsabilità al colpevole, l’eventuale riparazione dell’ingiustizia subita. In questo caso al termine della storia il lettore non saprà mai cosa “realmente” è successo al protagonista, quali pensieri hanno mosso il suo comportamento, quel è stato il ruolo della sua famiglia durante i lunghi anni in cui si svolge la vicenda. Il ritmo narrativo è lentissimo e pertanto privo di suspense. Più che disquisire se si tratta di giallo o di noir, come fa autorevolmente Gabriele Pedullà sul Sole 24Ore del 18 agosto, io mi sono chiesta se si tratta di un romanzo che prende spunto da un fatto di cronaca nera oppure di un’inchiesta giornalistica che insieme alla vicenda giudiziaria documenta la Sicilia degli anni ’50 attraverso le caratterizzazioni d’ambiente e dei personaggi. A mio avviso è in questa seconda categoria che si colloca Giallo d’Avola.





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