Sarti Antonio Rapiti si nasce
“Se nel 1974 mi avessero pronosticato che il mio personaggio sarebbe vissuto quanto Jules Maigret, ci avrei riso sopra”. Diavolo di un Loriano Macchiavelli e diavolo di un Sarti Antonio (rigorosamente prima il cognome). 40 anni e non sentirli, dunque, per il questurino bolognese, oramai uno dei personaggi di culto del giallo/noir italiano. Per festeggiare le quaranta candeline Einaudi ripesca “Sarti Antonio: Rapiti si nasce”, pubblicato per la prima volta nel 1985 in un Omnibus Garzanti (Sarti Antonio: un diavolo per capello). Una ristampa? Non proprio. Nella sua prima edizione al romanzo, come spiega Loriano Macchiavelli, fu tolto il capitolo zero e furono fatte ulteriori modifiche. Oggi, invece, viene proposto completo, nella sua forma originale, esattamente come era stato ideato dallo scrittore bolognese. Un libro, dunque, particolare, nella forma e nella sostanza, che non deluderà i fan accaniti del questurino e che, allo stesso tempo, può essere anche un punto di partenza perfetto per chi volesse avvicinarsi alle avventure bolognesi di Sarti Antonio. Si parte col botto, con quel famoso capitolo zero non apprezzato all’epoca e che, invece, è oggi uno dei punti di forza dell’opera. Certo il taglio è più da sceneggiatura che da romanzo, ma è perfetto per la situazione che si vuole descrivere: Sarti Antonio che risponde al telefono, viene minacciato, appena uscirà di casa qualcuno gli sparerà alle gambe. La descrizione dettagliata della stanza e della scena, i dialoghi immaginari fra Loriano Macchiavelli e il questurino ci permettono di immaginare ogni passo del protagonista, ci aiutano a comprenderne i dubbi, la rabbia, l’impotenza e la paura di fronte ad una situazione che è oltre il paradossale. Alla fine vince l’orgoglio, la decisione di uscire di casa è presa non senza timori, l’esito? Sarti Antonio si ritrova in una stanza buia, da solo, incapace di capire cosa sta succedendo. Cerca di capire chi può averlo messo in quella situazione, ripensa a quell’articolo di Lucciola Deoni (uno dei tanti incredibili personaggi che popolano le avventure di Loriano Macchiavelli) in cui si parla dei gialli irrisolti bolognesi… Dall’omicidio dell’hippy a quello del napoletano, passando per quello dell’ambulante Filippo, tutte matasse che riesce a sbrogliare da solo contro tutti (e nessuno) in quella stanza buia. Come ne uscirà, anzi ne uscirà da quella situazione? Servirà l’intervento dell’amico/non amico Rosas, ovviamente, perfetta spalla del nostro questurino, in tutte le sue avventure, per dare al libro il giusto finale.
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