Polvere di diamante
Taha abita a Il Cairo, fa il rappresentante di prodotti farmaceutici di giorno e di notte lavora in una farmacia. Suo padre , malato e costretto su una sedia a rotelle, passa il tempo a spiare il mondo con il binocolo dalla finestra. Un giorno Taha torna a casa e trova il padre ucciso. La giustizia ordinaria si arena dopo poche superficiali indagini e quindi a Taha non resta che cercare di farsi giustizia da solo. Un libro giallo che ha un cambio inaspettato di prospettiva a metà, ribaltando trama e personaggi. Una storia che inizia da lontano e che descrive la situazione di corruzione profonda e viscerale che affligge il paese. Siamo ancora prima della Primavera Araba,la storia si svolge in gran parte nel 2008, e lo spaccato che la storia descrive è desolante quanto veritiero. Da una parte la classe politica dedita alla compravendita dei voti, alla clientelismo e ai vizi più inconfessabili, dall’altra il popolo che non conta nulla, se non per alcune sparute voci che, animate da impegno e passione, sperano di poter imprimere una svolta alpaese. La polvere di diamante del titolo è un veleno antico e potente che uccide lentamente e in modo molto doloroso, e che qui viene usato perché “a volte siamo costretti a commettere piccoli errori per correggere errori più grandi”… Un libro che al giallo unisce temi importanti di denuncia sociale e politica oltre a un brevissimo riassunto dei fatti principali che hanno portato l’Egitto alla recente rivoluzione. Se cercate un giallo adrenalinico lasciate perdere, se invece vi interessa immergervi in una realtà diversa, tenebrosa e malvagia, nella quale nessuno è innocente, ma tutti nascondono qualcosa, fatevi sotto.
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