Non ditelo allo sposo
“Non ditelo alla sposa” è uno dei miei programmi preferiti. Preceduto solo da “Il boss delle cerimonie”. Nel format originario uno sposo con un budget di quindicimila euro deve organizzare il matrimonio dei sogni della sua futura moglie, senza coinvolgerla in nulla. E le scene surreali si sprecano: dalla scelta dell’abito da sposa troppo sexy o eccessivamente trash, dalle scarpe da cubista, alle bomboniere a forma di Vespa. Gli orrori si sprecano e le risate non mancano. Ma cosa succede quando è la moglie a tenere all’oscuro del marito ogni cosa? Accade nel romanzo di Anna Bell, “Non ditelo allo sposo” in cui Penny, la svagata protagonista, sogna un matrimonio da favola, con un paio di fiammanti Jimmy Choo ai piedi, un abito di Vera Wang a fasciarle le curve e una cerimonia da mille e una notte. E’ questo il motivo che la spinge ad accumulare da anni il denaro sopravvissuto alle spese
mensili, nel conto in comune “matrimonio” che divide con il suo fidanzato. E, invece di giocare in borsa per incrementare il suo capitale, Penny ha un piccolo vizio: tenta la fortuna col bingo, dimenticandosi di controllare l’estratto conto della banca on-line. Così quando Mark le porge il fantomatico quesito, “Vuoi sposarmi?” dopo la gioia iniziale Penny piomba nel panico più completo. Il saldo del suo conto in banca è di sole cinquemila sterline.
Eppure, tenendo Mike all’oscuro di tutto, riuscirà ad organizzare un matrimonio da mille e una notte. Rimboccandosi le maniche e senza smettere di sognare. Una cerimonia indimenticabile capace di commuovere perfino “il boss delle cerimonie”.
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