Milano Calibro noir diventa Calibro donna sabato 12 aprile
Grande ritorno per il terzo anno della kermesse gialla ideata da Luca Crovi. Un evento che riunisce alcune fra le voci più autorevoli del giallo e del noir non solo milanesi. Quest’anno sul palco si alterneranno solo scrittrici e la novità non deve essere intesa come un mero riconoscimento delle cosiddette quote rosa, ma come un vero omaggio a delle autrici che, a pieno titolo, vantano un posto di tutto rispetto nel panorama letterario italiano. Il cosiddetto giallo o se volete crime o detective story all’inglese, è un genere che oggi è giustamente (se volete pure finalmente NdR) non solo stato sdoganato e liberato dell’etichetta di lettura di serie B, ma che anzi è diventato il settore trainante dell’editoria italiana. Ciclicamente, tuttavia, si aprono diatribe sul ruolo svolto dalle donne, che forse alcuni ancora reputano non se non incapaci, di certo non idonee a scrivere di crimini. Si ha, a volte, la sensazione di una certa ghettizzazione, di una divisione tra libri scritti da uomini e da donne, come se disquisire di violenza fosse appannaggio solo del genere maschile. Da lettrice posso dire che non ho mai scelto un libro in base al sesso dell’autore. Scelgo storie, trame, personaggi e, soprattutto, emozioni. Pertanto, l’unico distinguo che conta è la capacità della storia di appassionare o meno, di saper tenere incollato il lettore fino all’ultima parola. Caratteristiche indispensabili per distinguere un grande scrittore da uno mediocre qualunque sia il sesso. Probabilmente è superfluo, ma ricordiamoci della grande madre di tutti i gialli classici, Agatha Christie, oppure di Patricia Highsmith che coi suoi libri ispirò anche Hitchcock, e che dire di Frankenstein? Ideato anche lui da una donna, quando davvero era veramente difficile per una donna scrivere e non solo di violenza. Che questa questione di lana caprina sia una prerogativa solamente nostra? In alcune interviste chiesi ad autrici americane se vi fosse una differenza nel parlare di violenza da parte delle donne. Karin Slaughter rispose che secondo lei le donne sentono la violenza in modo più viscerale, perché sanno che potrebbe accadere a loro, sono delle potenziali vittime più che carnefici; Chelsea Cain disse addirittura che le case editrici erano entusiaste di avere thriller “sanguinolenti” scritti da donne, dato che la maggioranza dei lettori erano proprio donne. Kathy Reichs, Patricia Cornwell, Karin Slaughter, Tess Gerritsen, Alicia Giménez Bartlett per citarne solo alcune, sono autrici molto lette anche in Italia a dimostrazione che è il genere a “tirare” indipendentemente da chi lo scrive e racconta. Cosa aspettate, allora, a leggere anche autrici italiane? Intanto andate a incontrarne alcune
Sabato 12 Aprile 2014. h. 20.45 presso lo SpazioTeatro 89, non ve ne pentirete.
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interessante