Memorie e Peccati. L’amante di papa Borgia di Elena e Michela Martignoni
Memorie e Peccati. L’amante di papa Borgia (Mezzotints) un romanzo breve, ma con ancora la grande “zampata” storica che è il loro marchio di fabbrica, Elena e Michela Martignoni tornano ai loro lettori con il diario firmato da colei che fu l’amante di Alessandro VI, Vannozza Cattanei. Un storia densa, intessuta di erotismo e passione, la lunga relazione carnale tra Giovanna Cattanei detta Vannozza e l’uomo che sarà Alessandro VI, Rodrigo de Llançol Borgia, nipote di Sisto IV nominato vescovo di Valencia, cardinale e vice cancelliere dalla zio papa. E questo diario ci riporta una carrellata di ricordi, di particolari ambigui, di sfrenate e oscure perversità, di piaceri intensi e proibiti, di terribili delitti, con sempre il potere come traguardo finale. E nei ricordi riaffiora un Rodrigo Borgia straordinariamente umano e disumano allo stesso tempo. Amante, padre a modo suo che coccola, vizia, con quell’amorale moralità tipica di un uomo dei suoi tempi. Dove tutto è lusso sfrenato, ogni desiderio è permesso, niente si può vietare. Un’etica diversa, incomprensibile: ricordiamoci che quelli che erano “normali” rapporti sessuali nel XV secolo (quante unioni carnali venivano consumate ufficialmente anche prima dei tredici anni?) oggi sarebbero tacciati solo di pedofilia. Quattro righe sul romanzo vero e proprio. Un indovinato attacco diretto che riporta il lettore indietro più di cinquecento anni, al 4 settembre del 1503. Alessandro VI è morto da pochi giorni di febbre terzana. Lei, Vannozza, l’amante della giovinezza, madre di quattro figli Cesare, Juan, Lucrezia e Jofre, nella maturità trasformata in amica, confidente, è chiusa e in angosciosa attesa nel Castello di Vico con il figlio Cesare, ancora sofferente della malattia che ha falciato il padre. A Roma si sta tenendo il conclave che vedrà il futuro dei Borgia. Tutto è perduto o Cesare il duca Valentino il conquistatore della Romagna riuscirà a mantenere il grande potere che il padre gli aveva donato?
A questa domanda rispose la storia, ma ora invece qualche domanda a Michela ed Elena su questa nuova “impresa” borgiana.
Vannozza Cattanei, carattere forte, interessante e una personalità articolata a più sfaccettature: amante passionale e raffinata, madre, abile donna di affari. A quale dareste la palma della vittoria?
Impossibile scindere le varie caratteristiche della personalità di Vannozza. L’idea che ci siamo fatte di lei è di un mix perfettamente calibrato di tutte. Non smise di essere amante nemmeno dopo essere stata madre, anzi, uno dei motivi per cui Rodrigo Borgia restò legato a lei per tanti anni fu la sua capacità di essere madre e amante, pane caldo e vino speziato. Seguitò a gestire le sue redditizie locande da intraprendente e concreta donna lombarda anche quando, grazie ai matrimoni vantaggiosi che il Borgia le combinò, non ne aveva più bisogno. Con i suoi affari si arricchì moltissimo, ma in vita fu sempre generosa con i derelitti e alla morte donò tutto ai poveri, dimostrando di non essere gretta, né solo interessata al denaro. Lo fece per purgare i suoi peccati? Chissà, non spetta a noi giudicare e comunque lo fece!
I diari del Burcardo, forse la più celebre malalingua della storia, hanno regalato ai Borgia le rosse tinte luciferine che ormai li contraddistinguono nella leggenda.
Qual è secondo voi la peggiore menzogna detta di loro?
Se dovessimo stilare l’elenco delle accuse scritte o pronunciate nei confronti dei Borgia non finiremmo più. Ricordiamo le principali: simoniaci, corrotti, schiavi del sesso e del potere, assassini, avvelenatori, fratricidi, incestuosi e satanisti.
Se in merito alla simonia, alla brama di potere e ad alcuni omicidi sono indifendibili, riguardo all’incesto ci sentiamo di dubitare. Forse questa è l’unica vera grande menzogna diffusa sul loro conto. Di certo erano una famiglia molto unita, ma secondo noi non ‘così’ unita.
Possiamo consigliare, a chi volesse analizzare seriamente uno per uno i peccati borgiani, un testo (per noi quasi una Bibbia) scritto da Mario Stranges, magistrato di Cassazione e cultore della Storia in generale, dal titolo: Giustizia per i Borgia.
Stranges ha scritto un saggio di 840 pagine in cui analizza, con precisione e minuzia di magistrato, le dicerie che la storiografia, i romanzi, i drammi, le opere liriche e teatrali hanno diffuso sulla discussa famiglia Borgia.
Un padre e una madre fortissimi, ma dei figli più deboli? Oppure?
Le personalità di Rodrigo e Vannozza in effetti sono immense. La vita e le opere (buone o perfide) di Rodrigo naturalmente sono più conosciute e documentate di quelle di Vannozza. Di pochi papi è stato scritto così tanto come di Alessandro VI.
A consuntivo i loro figli in realtà non hanno combinato nulla di così grande dal punto di vista storico. Juan, considerato probabilmente a ragione un inetto, morì giovanissimo, assassinato in circostanze misteriose. Jofrè non aveva la personalità dei fratelli e di lui si sa pochissimo. Lucrezia era una pedina nelle mani di padre e fratello e di lei, finché la moderna storiografia non ha preso a occuparsene seriamente, si citavano solo gli aspetti deteriori. Invece era una donna colta, gentile e devota che dopo difficili inizi coniugali divenne duchessa di Ferrara dove fu amata e apprezzata, per l’impulso che diede alle arti e alla Cultura. Morì di parto a 39 anni, terziaria francescana.
Cesare Borgia invece è l’unico che cercò di realizzare qualcosa di importante a livello politico, ma i suoi grandiosi progetti rimasero solo in nuce. Suo padre voleva che diventasse papa, ma lui lasciò la carriera ecclesiastica preferendole le armi. Voleva unire l’Italia sotto il dominio dei Borgia, ma non ci riuscì perché la morte improvvisa di suo padre e contemporaneamente la sua malattia gli impedirono di continuare l’impresa felicemente iniziata. Rimane comunque un’icona dello sfrenato, spietato ma realista uomo di potere, grazie al Machiavelli che lo celebrò ne “Il Principe” .
Perché avete scritto Memorie in …e-book. Il vostro pensiero sul digitale oggi..
La prima, banale, ma ovvia risposta è: perché ce l’hanno chiesto!
In realtà la genesi di questo libro ha la sua storia. Un editore molto importante ci aveva contattate un annetto fa per proporci di scrivere un erotico su un personaggio femminile del Rinascimento. Noi proponemmo subito la storia di Vannozza, e l’idea piacque. Gli editori cartacei però sono ormai brontosauri, si muovono con estrema lentezza, mentre quelli digitali sono dei levrieri. Quindi mentre l’idea veniva quietamente elaborata dai primi, i secondi ci avevano già mandato il contratto.
Noi crediamo che il digitale rappresenti il futuro della lettura e riteniamo fondamentale acquisire esperienza in questo settore. Ci è sempre piaciuto sperimentare e anche se siamo ‘tecnologicamente primitive’ vogliamo esplorare queste nuove frontiere.
Ciò non significa che auspichiamo la morte del libro cartaceo, anzi! Per noi il profumo di una libreria è inebriante, il fruscio delle pagine e la consistenza stessa di un buon libro tra le mani sono impagabili. Le nostre case traboccano di volumi e il pensiero di vederli scomparire ci atterrisce. I due modi di leggere possono coesistere? Certamente, perché no?
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