L’ultima scommessa
Palermo, Zisa. Autunno 2013. Enzo Baiamonte (la madre di origini sarde) era elettrotecnico, aveva maturato una piccola pensione arrotondata da occasionali lavori artigianali; ora finalmente ottiene il patentino d’investigatore, con tanto di porto d’armi. Non le porta, gira in Punto. Margherita, la saltuaria collaboratrice domestica ascolta sempre Paolo Conte e gli trova un lavoro. A marzo si è suicidato con un taglio alla carotide Vittorio Anselmo e la figlia pensa sia omicidio. Enzo è sedentario e incerto, fra l’altro Rosa, la sua dolce compagna sarta è convinta che la 35enne Loredana, moglie dell’amico poliziotto Filippo, abbia un’amante. Accetta gli incarichi: chiede alla graziosa Stefania Anselmo tremila euro per un mese di lavoro, spese comprese, duemila ulteriori solo se “risolve” il caso. Sono tutte storie di giochi d’azzardo e di diavoletti ludopatici, Vittorio era davvero indebitato e puntava anche attraverso internet (aborrito da Enzo). Ancora proprio un bel coerente romanzo per il giornalista Rai Gian Mauro Costa (“L’ultima scommessa”, Sellerio 2014, pag. 274 euro 14), in terza esclusiva. Pop anni settanta, spezzatino e rosé.
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