Lo scoiattolo e l’aquila di Roberto Riccardi
Scegliere una tana sicura o lasciarsi attrarre dall’immensità di un nuovo volo? Come lo scoiattolo che vuole raggiungere i rami nascosti e l’aquila che si lascia andare nel silenzio del cielo, agiscono Nino e Rocco nell’ultimo noir di Roberto Riccardi, “La firma del puparo” (e/o pagg.199, euro 16,00). Sono tante le domande che si pongono Nino Calabrò “il boss del narcotraffico” e il tenente dei Carabinieri Rocco Liguori in questo romanzo avvincente ma anche molto riflessivo in cui la rapidità sapiente dello scoiattolo è confrontata alla maestosità dell’aquila in volo. Un brevissimo passo del libro accenna a questi due animali che agiscono allo stesso momento e racchiudono simbolicamente i destini dei due amici d’infanzia che da adulti si trovano a combattere su due fronti opposti. Rintanarsi nella sua cella o uscire allo scoperto e salvare la sua famiglia dalle successive ritorsioni mafiose? Per Nino Calabrò è arrivato il momento di scegliere e opta per la scelta del cuore, diventando collaboratore di giustizia. Per Rocco una nuova destinazione, Palermo e una nuova indagine in cui è implicato Nino. Ritorna il passato e anche una donna nella vita di Liguori, cosa deciderà? Il volo, inteso anche come salto nel buio, nel vuoto che i personaggi fanno per raggiungere i loro obiettivi o per necessità, ricorre spesso nel romanzo e porta con sè emozioni e sensazioni. Uno scoiattolo si arrampica velocemente sull’albero e sembra volare da un ramo all’altro, è abile e ha “gli occhietti vispi” ma poi decide di sparire alla vista di Liguori che lo osserva, un pò come Nino pronto a scomparire, a lasciare la sua vecchia identità e a ricominciare attorniato dai suoi affetti. Se Nino come lo scoiattolo tenta di raggiungere la sua tana, per Rocco il cammino è lungo e bisogna riaprire le ali e cominciare un nuovo volo di ricerca personale, di indagine su se stesso e come l’aquila è tempo di lasciarsi andare nel chiarore di quella giornata.