L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome
A metà tra Lisbeth Lisander e la funerea criminologa Abby Sciuto di NCIS, Vani Sarca si nasconde dietro un look total black, rossetto e ombretto viola con l’occhio sinistro velato da un ciuffo di capelli neri da ragazzina (dimostra almeno dieci anni meno dei suoi trentaquattro) e rigorosamente vestita di nero.
Intelligentissima, menefreghista, animo inquieto, caratteraccio, conversazione tagliente come un rasoio, ma che sa calibrare addolcendola se necessario. Insomma un personaggio che fa presa subito, che stupisce e piace. E infatti a me Vani Sarca è piaciuta, e le sue avventure, perché di avventure si tratta, anche con la ricerca di una trama gialla che si fa largo con prepotenza, mi hanno coinvolto fin dalla prima pagina.
Alice Basso ha inventata un bel personaggio, un personaggio indovinato a cui auguro il successo e la fortuna che merita. Un personaggio che sprizza humour, una vera cascata di humour. Brillante l’idea di regalarle i panni di una Ghostwriter editoriale, uno scrittore ombra insomma, che scrive libri per gli altri, ma Vani Sarca ha anche una marcia in più, è dotata di empatia e di scrupolosità professionale, doti che le danno la capacità di immedesimarsi negli altri e le permettono di scrivere cose che sembrano scritte proprio da loro. Insomma quasi doti da profiler.
Doti straordinarie che la porteranno a collaborare con il commissario Romeo Berganza, una reincarnazione azzeccata di Phililp Marlowe con la sua perenne sigaretta attaccata alla bocca che indaga sulla sparizione, anzi sul rapimento di una scrittrice Bianca Dell’Arte Cantavilla, una specie di strana santona che dichiara di parlare con gli angeli, ne ha fatto argomento di fortunatissimi best seller, e per la quale Vani sta scrivendo faticosamente un romanzo con l’indispensabile supporto del Bruichladdich (whisky torbato da sessanta euro).
E calibrato ad hoc il ventaglio di personaggi che le fanno ala: Morgana, il suo quasi clone da adolescente, Enrico Fuschi, il boss il direttore editoriale della bicentenaria e torinese Edizioni l’Erica e per finire il pericolosamente bel Riccardo Randi, l’italo americano, professore di successo che, per lei e con lei , ha scritto il “libro del secolo” uno dei romanzi più venduti in Italia e all’estero…
Pochi tocchi in flash back per ricostruire meglio le principali personalità del romanzo non tolgono ritmo alla trama che si snoda con impeccabile e brillante leggerezza.
Da me non saprete altro. Da leggere!
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