Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese
“Jean Claude Izzo. Storia di un marsigliese” di Stefania Nardini, uscito nel 2010 con Perdisa, torna in libreria con questa nuova aggiornata edizione nel quindicesimo anniversario della morte del grande “noirista” francese (un cancro al polmone lo stroncò il 26 gennaio del 2000 all’avvento del terzo millennio).
In 144 pagine romanzate, arricchite da straordinari disegni Stefania Nardini condensa tutta la vita di Jean-Claude Izzo, lo scrittore cult per gli italiani, un icona per tanti autori, il padre padrone della celebre trilogia con per protagonista l’ex poliziotto Fabio Montale.
“Juste quelcun de bien” si è detto di lui in Francia. Un gran bel dire. Izzo era uno spirito libero, qualcuno che sapeva scegliere e riconoscere gli errori, un uomo retto che credeva e difendeva i valori umani, un pessimo compagno per le donne che amò, ma un bravo figlio e padre. E comunque un poeta e un raffinato scrittore, che sapeva trasmettere emozioni e sensazioni e conquistare i lettori.
Francese, era tuttavia figlio dell’italianissimo Gennaro, che nel 1929, a quattordici anni, il “nabo” così lo chiamarono a Marsiglia, emigrò da Napoli in Francia. Dal suo precoce amore per Babette, una sartina di origine spagnola, concluso poi con un matrimonio, sedici anni dopo nacque Jean Claude, che non imparerà mai l’italiano. All’istituto tecnico Jean Claude Izzo farà le prime esperienze letterarie nel giornale della scuola, prenderà parte alle contestazioni giovanili e incontrerà Marie Hélène, la prima moglie. Nel 1964, dopo il diploma, affronterà a Tolone un’infelice e contestata esperienza militare, che si concluderà in un battaglione disciplinare a Djibuti.
Di ritorno in Francia continua a leggere, deve allargare il suo sapere, scrive poesie, s’iscrive al PCF, milita in un movimento pacifista, diventa giornalista, poi redattore in capo di La Marseillese, ma nel 1978 dopo la fine dell’Union de Gauche, taglia tutti i ponti: divorzia, lascia il giornale, rende la tessera del partito e abbandona Marsiglia per Parigi, ma dopo qualche anno ritorna al giornalismo, incontra Michel Le Bris, il creatore del Festival “Etonnants Voyageurs” di Sain Malo e collabora con le riviste: Viva e Gulliver.
Nel 1995, a cinquant’anni, l’editore Gallimard lo invita a trasformare un suo racconto in romanzo. Izzo torna a Marsiglia, beve l’essenza vitale nel bene e nel male della sua città e la immette nella sua trilogia: Casino Totale (Total Cheops), Chourmo (Il cuore di Marsiglia) e Solea. È il successo! Un gran successo! Poi ci saranno dei racconti e due romanzi Les Marins perdus e Le Soleil des Mourants.
Accanito fumatore, la sigaretta in bocca è il suo segno distintivo, affascinante, intelligente, fuori dalle righe, anarchico ma sempre attento all’interlocutore, usa il suo strabismo come un giocoliere.
Dopo Marie-Hélène (che sposa nel 1968, e gli darà Sébastien nel 1972), ama Beatrice, poi Laurence, e infine Catherine. Le sue quattro donne.
Poi nel 1998 la scoperta di un cancro al polmone. Combatte come un leone. Sposa Catherine che diverrà la sua seconda moglie. Vorrebbe vivere e nonostante le sofferenze non si ferma mai. Sempre pronto a fare la sua parte, scrive, partecipa ai Festival, tiene conferenze, s’impegna nel sociale, incontra gli studenti, incoraggia i marinai affinché si battano per i loro diritti, ma la malattia gli chiude gli occhi il 26 gennaio del 2000.
NOTA SULL’AUTORE
Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, è romana innamorata delle due città dove ha trascorso parte della sua vita: Napoli e Marsiglia. Vive tra l’Umbria e la Francia. È autrice di Roma nascosta (Newton Compton, 1984), del romanzo Matrioska, storia di una cameriera clandestina che insegnava letteratura (Pironti, 2001). Nel 2009, sempre con Pironti, ha pubblicato Gli scheletri di via Duomo, noir ambientato nella Napoli anni ’70. Le Edizioni E/O hanno pubblicato nel 2013 Alcazar, ultimo spettacolo. Alcuni suoi racconti compaiono su internet, su riviste letterarie e antologie.
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