Il delitto dell’immacolata
Letojanni e Messina. Fine 1976 e 1977. “Herba mala nunca muere” è il proverbio ispanico-argentino che chiude il nuovo romanzo del magistrato 78enne Domenico Cacopardo. Con “Il delitto dell’Immacolata”, la bella serie del sostituto procuratore Italo Agrò si arricchisce della storia di un cugino, Filippo Lollo Soliméni, bello e violento, pugile mancato e campione di braccio di ferro, intelligente e fattivo, che racconta in prima varie vicende giudiziarie, a partire da quelle che lo videro accusato, verso i 20 anni, di due femminicidi, ragazze che comunque l’avevano tradito. Fu difeso con successo dal praticante penalista Italo. Alla fine lo ricorda anche lui.
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