Gengis Khan
Nei due volumi del suo romanzo/biografia romanzata pubblicati negli Oscar Bestseller Mondadori – sono in libreria da oggi 10 giugno con il titolo Gengis Khan , Il figlio del Cielo – Franco Forte ci narra quella che fu l’epopea del più grande e famoso condottiero di tutti i tempi. L’uomo, o meglio il quasi semidio sceso dall’Olimpo, che tanto condizionò la storia e la civiltà della Cina, del Tibet, della Persia, della Russia e dell’Europa. Ma a migliore presentazione riporto volentieri le prime parole di Franco Forte su quella che chiama: l’epopea del più grande condottiero della storia: “Tu sei Khan, adesso, Gran Signore dei Mongoli. E noi ti chiameremo Gengis, il Guerriero Perfetto”. Così venne definito l’uomo che è stato il più grande condottiero che la storia umana ricordi, un imperatore intelligente e tenace, un guerriero furbo e imbattibile, un sovrano illuminato, un conquistatore di terre il cui dominio andava al di là di ogni più vasta ambizione umana. Gengis Khan, nato esattamente cento anni prima di Marco Polo, in quello che i cinesi definiscono l’anno del Cavallo, ha saputo estendere il suo dominio sui popoli e sui territori dell’intero continente asiatico, dal Mar della Cina al Mar Nero e al Mediterraneo, dalla Siberia all’Himalaia. L’Asia intera cadde sotto il dominio di Gengis Khan e dei suoi successori. Un impero più vasto di quello dell’antica Roma, di Napoleone e di Alessandro Magno messi insieme, che si arrestò alle porte dell’occidente solo perché Gengis Khan non voleva contaminare il suo regno con la mollezza della civiltà europea, e che condizionò in modo preponderante la storia e la cultura della Cina, del Tibet, della Persia, della Russia e dell’Europa, diffondendo ovunque, dopo gli anni del terrore, quella onesta e tollerante propensione alla pace e al buon regno che passò alla storia come la Pax Mongola… Gengis Khan (1162? – 1227) già! Nato cent’ anni prima di Marco Polo, estese i confini del suo impero su popoli e territori del continente asiatico, dal Mar della Cina al Mar Nero fino a toccare il Mediterraneo, dalla Siberia all’Himalaia. Tutta l’Asia vinta si piegò al suo giogo e, dopo lui, a quello dei suoi eredi. Il loro impero fu più vasto di qualunque altro mai esistito, vasto più di un continente e cosa mai avrebbe potuto essere se non si fosse fermato? Fu il timore di contaminazione morale e intellettuale? Probabile, o forse anche lui aveva dei limiti? Con la sua coinvolgente e colta biografia romanzata, Forte prende spunti dalla storia e dalla leggenda per il suo omaggio a Gengis Khan. Il risultato è un’opera appassionante, di ottimo valore narrativo, corredata da eccellenti cartine geografiche, che ben spiegano l’espansione dell’Impero Mongolo guidato dal grande guerriero, e da un utilissimo glossario dei termini utilizzati nel testo.
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