Faccia a faccia con Fabrizio Borgio
Un nuovo detective irrompe sulla scena del noir italiano, si tratta di Giorgio Martinengo, investigatore privato delle Langhe di Fabrizio Borgio protagonista del romanzo “Vino rosso sangue” ( Fratelli Frilli Editori, pag. 176, euro 9,90). “Capelli castani, corti e un pò spettinati, un volto giovanile, vagamente cavallino, dall’incarnato chiaro” Martinego lascia l’azienda vinicola di famiglia e la Polizia e dopo alcuni anni trascorsi come investigatore presso un’agenzia di Torino, decide “di ritornare ai suoi bricchi e con un colpo di testa meditato” apre la “Martinengo Indagini”. La scomparsa di Giuseppe Rondissone, facoltoso proprietario di una famosa azienda produttrice di vini e la seguente scomparsa di una bottiglia pregiata, diventano il caso del quale il detective si occupa per conto della figlia dell’imprenditore. Le indagini e le morti di dipendenti e collaboratori dell’azienda e del Consorzio e il ritrovamento dei loro occhi dentro bottiglie di balthazar, aprono uno squarcio sulla corruzione e il malaffare che gravitano intorno alla produzione vinicola: sofisticazioni col metanolo e i traffici illeciti tra paesi produttori ed esportatori di vini. Martinengo che per modus operandi somiglia a Marlowe collabora con l’ispettore e il commissario affidandosi sempre al suo intuito e anche al suo fascino. Introdotti da frasi sul vino di autori celebri, i tredici capitoli del noir scorrono veloci fino all’epilogo in cui il vino ancora una volta offre all’autore abili paragoni e metafore, perchè “ a volte il mondo del vino può essere un universo spietato”.
Appassionato di cinema e fantascienza ma soprattutto di noir, Borgio ha già pubblicato due romanzi con protagonista Stefano Drago.
Come e quando nasce il personaggio di Martinengo?
Martinengo nasce essenzialmente da due esigenze correlate. La prima era quella di Frilli, il mio editore, di dare ai suoi lettori un giallo noir dalle forti connotazioni territoriali. I romanzi di Stefano Drago la possedevano già ma le spiccate componenti fantastiche e soprannaturali li rendevano un po’ troppo “alieni” per l’utenza media alla quale l’editore puntava. Da questo assunto, ho colto l’occasione per misurarmi con una vicenda che cambiasse il registro stilistico e tematico col quale ero abituato scrivere.
Martinengo e Marlowe. Quanto e in cosa si somigliano i due investigatori?Se devo essere sincero, con tutti i debiti verso Marlowe e Chandler che chiunque scriva gialli e noir ha, Giorgio Martinengo non ha molto in comune con il celebre investigatore. Marlowe è cupo e solitario; Martinengo vive da solo ma senza troppi tormenti, frequenta amici e si rapporta con facilità con gli altri, è in qualche modo alleggerito, rilassato da uno spirito bohemienne che ha coltivato col tempo e le esperienze. Marlowe è laconico, a tratti incattivito dalle ingiustizie che combatte; Martinengo è ironico e sarcastico, con un’ironia sottile e perfida, molto piemontese. Marlowe sembra sempre in lotta ovunque sia; Martinengo ama la sua terra, i panorami che gode dalla cima del bricco dove ha scelto di abitare. Iconograficamente, condivide una passione per i trench e una forte ritrosia nei confronti delle armi.
Il tuo detective è un esperto di vini perchè questa scelta e quanto della tua esperienza personale hai riversato in questo personaggio?Perché l’amore per il vino viene trasmesso fin dalla nascita, dalle mie parti. Il vino non è solo un prodotto ma l’espressione di un popolo e di una cultura. Perciò, rendere Martinengo un appassionato cultore di vini e figlio di produttori vinicoli è stato quasi un gioco forza per la caratterizzazione della sua piemontesità. Io stesso ho lavorato nel settore, in qualità di cantiniere e aiutante nel laboratorio chimico e quelle esperienze sono state riversate quasi in toto nella vicenda di Vino Rosso sangue.
Il vino è rosso come il sangue,lo ritroveremo protagonista di altri tuoi noir?
Non è assolutamente da escludere anche se vorrei evitare di diventare “quello che scrive i gialli sui vini” è un giochetto che piace e interessa ma non vorrei mai stufare il lettore.
Parlami di te. Scrivi noir e poi?
Come dico spesso e scherzosamente, da grande voglio fare lo scrittore ma nel frattempo, mi guadagno da mangiare lavorando come capo reparto in un supermercato. Leggendo le mie note biografiche, si noterà che ho fatto un po’ di tutto nella vita, dallo studente al soldato, dal cantiniere al tecnico. La mia irrequietezza è servita ad accumulare esperienze, che prima o poi, finiscono tra le righe delle mie storie. Sono impegnato anche come soccorritore della Croce Rosa, un volontariato del quale sono molto fiero e coltivo occasionalmente una certa militanza politica. Pratico discontinuamente sport e su tutto, un plauso a mia moglie, Giuliana, che ha la pazienza di sopportare un marito così.