Faccia a faccia con Besola, Gallone e Ferrari autori di Operazione Rischiatutto
Angelo, Lorenzo e Osvaldo sono tornati! I tre amici e complici protagonisti di “Operazione Madonnina”, il fortunato romanzo d’esordio degli scrittori Riccardo Besola, Andrea Ferrari e Francesco Gallone ne tentano un’ altra e stavolta si tratta di “Operazione Rischiatutto” (Fratelli Frilli editori, pag 204, euro 9,90). Il colpo della banda di ladri dilettanti, deve essere forte e redditizio, viste le loro situazioni economiche precarie non bisogna farsi scrupoli ma tentare il tutto per tutto. La meta da raggiungere è il domandone finale del Rischiatutto il quiz di Mike Bongiorno che ogni giovedi tiene incollati davanti al televisore milioni di italiani. Da questo obiettivo gli scrittori raccontano la Milano degli anni Settanta esattamente del 1974, una città che accoglie o respinge,una metropoli che sa essere “sincera. Fredda, grigia e umida, con l’inverno che fa l’inverno e la nebbia che fa la nebbia” ma che si lascia anche rapire dal vento freddo di febbraio “che ha rubato i colori ad un altro mese, forse aprile o maggio, e se li tiene stretti, fino a che aprile o maggio non si accorgeranno dello scippo e se li andranno a riprendere”.
Al celebre incitamento di “fiato alle trombe Turchetti” che ha reso memorabile il quiz di Bongiorno partono anche gli autori con un romanzo specchio di un anno raccontato con tanti occhi. Molti i personaggi del noir che diverte col suo ritmo narrativo veloce e incalzante, il linguaggio simpatico e a volte colorito, i personaggi-macchietta e gli investigatori alle prese con beghe familiari e problemi quotidiani. La seconda prova del trio di scrittori milanesi non delude anzi li conferma come nuove e brillanti voci del noir nostrano.
Perché avete scelto di ambientare i romanzi negli anni Settanta?
Sono stati gli anni Settanta a scegliere noi: dovevamo scrivere in tre risultando un quarto autore con un suo stile definito. Dovevamo mettere da parte stili personali, temi caratteristici, campanilismi territoriali, e a quel punto dovevamo trovare pure un periodo temporale che fosse neutrale per noi tre. Andando a ritroso nel tempo, scopriamo che il primo anno che non abbia visto la partecipazione di uno di noi, era il 1973. Nessuno era ancora nato, nessuno giocava in casa. Era l’anno di Tony Arzenta e dell’austerity. Avevamo trovato da dove cominciare!
Come è stato raccontare un periodo che non avete vissuto?
Molto divertente… ed educativo. Abbiamo dovuto rievocare il 1974, in Operazione Rischiatutto, e la cosa migliore che potessimo fare per riuscirci era viaggiare nel tempo. Così abbiamo fatto incetta di film dell’epoca, dai poliziotteschi ai western agli erotici con Gloria Guida, per entrare nella weltanschaung dell’epoca, abbiamo recuperati gli sceneggiati RAI, e siamo diventati affezionati avventori delle teche RAI in cui abbiamo visionato l’intera stagione 1974 del Rischiatutto di Mike Bongiorno. Abbiamo dovuto studiare storia, e documentarci, e ascoltare i racconti di chi invece li aveva vissuti… è stata un’esperienza che ci ha arricchiti. Il problema è che ora Riccardo si ostina ad andare in giro coi pantaloni a zampa e non vuol tornare nel 2014.
Quanto vi somigliano Angelo,Osvaldo e Lorenzo?
I lettori che abbiano raccolto qualche informazione su noi tre autori hanno intuito che i protagonisti di Operazione Rischiatutto fanno i nostri mestieri e quindi potrebbero essere i nostri alter ego… ma non è esattamente così. Diciamo che ogni autore ha donato un suo segreto al personaggio che lo richiama, ma quel segreto è talmente intimo e oscuro che è difficile da riconoscere…
Nel romanzo ci sono due storie.
Nel romanzo ci sono tante storie, perché nella vita di ogni giorno ci sono tante storie che si intrecciano. Noi siamo tre scrittori che hanno la fortuna di pubblicare con discreto successo i propri lavori, questa è una nostra storia, eppure ognuno poi ha la sua storia lavorativa e quella familiare, e i comprimari delle nostre vite aggiungono storie alle storie… è per questo che mentre Lorenzo, Osvaldo e Angelo vivono la loro comune avventura, fatta di furti rapimenti e truffe, non potevamo lasciar da parte il nostro poliziotto, il Mala, e i giovani, e le disavventure del Fernet… fino a farle diventare un romanzo nel romanzo, col romanzo scritto dal Fernet!
Il Mala e le forze dell’ordine. Il loro è un agire in sordina?
Le forze dell’ordine del nostro romanzo rappresentano forse un qualcosa di esistenziale, oltre che di storico. In quegli anni, certo cupi e subdoli, il poliziotto ordinario aveva le mani legate. C’era un senso di inutilità dell’azione, sembrava fosse sempre tutto inutile e atto solo a rendersi invisi agli occhi del popolo stesso che si proteggeva. Non è un agire in sordina, ma la comprensione che fare il giusto non richiede grossi clamori, perché i grossi clamori spesso servono a confondere nel tumulto l’ingiusta azione.
Milano è la grande protagonista. Quale Milano vi piace di più?
Questa è una domanda sleale: è come chiedere, tua moglie ti piaceva di più quando pesava cinquanta kg a venticinque anni, o adesso che ne pesa novanta, a cinquant’anni? Amiamo Milano. Vorremmo vederla bella e composta, sempre, e popolare, e scapigliata, e signorile. Ecco. Diciamo che non ci piace la Milano che non si ama. Siamo di quelli che restano anche se è duro restare. Che restano proprio perché è duro restare.
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