Doppio delitto al Grand Hotel Miramare
Doppio delitto al Grand Hotel Miramare. Le indagini del commissario Berté
Dopo una latitanza di tre anni, che ce l’aveva fatto rimpiangere, riapproda finalmente in libreria il vice questore aggiunto Gigi Berté con una quarta avventura.
Per chi l’avesse dimenticato o non lo conoscesse ancora, ecco una breve presentazione a mo’ di passaporto: nome, Gigi, cognome, Berté, incarico, vice questore aggiunto. In forza alla questura di Genova distaccato a Lungariva, ridente paese della riviera ligure dove è relegato al “confino” per un procedimento disciplinare. Nostalgica debolezza per Milano? Forse non più tanto, ma…
Aspirazione segreta di diventare scrittore. Problematico amore per la florida Marzia proprietaria della pensione dove abita a Lungariva, sposata a Pestarino, capitano di lungo corso molto spesso in mare sulla sua nave, ma ancora sotto tiro della Patty, ex fidanzata in carica e rampante milanese. Segni caratteristici: calabro-milanese, lupo solitario, emicrania ricorrente, ficcarsi sempre nei casini e conviverci, una coscienza bastarda, a suo dire, novanta chili dovuti anche al suo sviscerato amore per la buona cucina. Incredibile, penserete. Eh no! Perché talvolta la realtà supera la fantasia.
Chi scrive le sue avventure, giura che esiste davvero un vice questore che assomiglia a Gigi Berté: personaggio quasi impossibile, lungo crinito con coda di cavallo, tenerone, scombinato, scopatore un po’ a vanvera ma mente investigativa eccellente. Anche se per motivi di privacy non si può citare il suo nome, come non si sa (oppure sì e magari porta la sottana) chi si nasconde dietro lo pseudonimo di Emilio Martini.
Ma ora passiamo a Doppio delitto al Grand Hotel Miramare che, a mio vedere, presenta tutte le caratteristiche di un giallo classico, su cui aleggia con prepotenza lo spirito di Agatha Christie, vedi modalità del delitto, ambientazione e personaggi.
Due parole sulla trama: la mattina di Pasquetta, mentre Gigi Berté sta passeggiando da solo lungo il porto di Lungariva, viene convocato d’urgenza al Grand Hotel Miramare, un cinque stelle di lusso. Durante la notte, una coppia di amanti: Roberto Sommariva e Ornella Ferrari è stata uccisa a colpi di pistola nella suite di lui. Lavoravano entrambi per l’anziana e ricchissima contessa italo sudafricana Van der Meer, vedova di un magnate dei diamanti. Primi importanti indizi da valutare: la pistola con il silenziatore è stata abbandonata sul letto e un passe partout di una cameriera è sparito dalla sera prima.
L’indagine si presenta complicata tanto che il magistrato chiede rinforzi a Genova. Gigi Berté che vuol fare il cane sciolto, va a braccio. Si destreggia e cerca l’assassino. E comunque bisogna sentire i dipendenti dell’hotel e i clienti che trascorrono le vacanze in riviera. Chi sono i familiari e gli ex delle vittime? E poi la contessa Van der Meer, datrice di lavoro dei due morti l’intriga. È una donna ancora affascinante, fragile dietro una maschera di imperturbabilità che nasconde qualcosa… Salta fuori un passato argentino e lui deve vederci più chiaro. Chi avrebbe potuto e perché? E comunque il ventaglio dei possibili colpevoli gravita tutto attorno al Grand Hotel Miramare. Tanti indiziati, ma all’apparenza un delitto perfetto. Però, navigando tra delizie culinarie locali che fanno venire l’acquolina in bocca, e vecchi drammi familiari di sapore fumettistico, Gigi Bertè sbroglierà il caso.
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