Faccia a faccia con Nicola Manzò
Una nuova serie di romanzi e un nuovo commissario arrivano in libreria. Si tratta de “I delitti del barbiere” dello scrittore napoletano Nicola Manzò che con “Gli amanti di Vico San Severino” (TEA, pp.324, euro 13,00) esordisce col commissario Alfredo Renzi. Un bell’uomo “appena sovrappeso, un metro e settanta di altezza, brizzolato, lineamenti decisi e molto marcati, occhi neri e penetranti, ipnotici, Renzi è il commissario della stazione del quartiere San Lorenzo. Appena trasferito dal Nord, il primo posto dove si reca per “chiedere informazioni lecite” ed entrare nel modo di pensare napoletano, è il salone del barbiere Ettore Montesomma. Di lì a breve la notizia di un duplice omicidio invade le stradine come quella di San Gregorio Armeno “colma di negozi, bottegucce di due metri quadrati e veri e propri buchi nei quali vecchi e nuovi artigiani vendono figurine da presepe, che i napoletani chiamano pastori”. A Napoli, città “della contraddizione, città del tutto e del contrario del tutto” sono i giorni che precedono il Natale e sembra “impossibile che in quel clima di festa, di gioia e di serena spensieratezza possa accadere qualcosa di tragico” eppure due amanti sono barbaramente uccisi. Comincia così la prima indagine di un commissario rigoroso e intransigente che si lascerà sedurre dal fascino misterioso e intrigante di Napoli, il suo golfo e i suoi odori stanno diventando parte di lui”.
Nord e Sud si incontrano a Napoli. Perché hai scelto un commissario lombardo?
Perché dovremmo capire che siamo una Nazione, siamo un popolo dove mentalità così lontane e diverse , per origine, storia, cultura, non devono essere interpretate e vissute come differenze ma come valore aggiunto, una forza enorme, un potenziale invidiabile che ci rende unici al mondo per ciò che riusciamo a fare. Più del 70% del patrimonio artistico mondiale è Italiano, non milanese o napoletano.
Esordisci con una Napoli natalizia, come mai?
A Natale Napoli, in particolare i Decumani, si vestono a festa. La città vive la Natività e diventa essa stessa presepe. Ed in questo calore umano che mi è piaciuto far arrivare Renzi. Un uomo, solo, con un vissuto familiare deludente e lontano da casa, dalle sua abitudini. Quale momento migliore per immergerlo in questa sua nuova realtà.
I flashback che ruolo hanno nella narrazione?
Gli spazi temporali sono di vitale importanza nelle mie storie. Innanzitutto perché creano l’antefatto ed il presupposto su cui si svolge il romanzo e sono tutti basati su fatti storici realmente avvenuti e poi perché mi consentono di parlare della storia della mia città del suo vissuto così intenso, eroico e romantico, delle sue bellezze artistiche e naturali. Perché vedi, con questa serie dei Delitti del Barbiere, io voglio approfittare del racconto anche par far conoscere a tantissime persone, le faccebelle e meravigliose di questa città e ripulirla più che posso dagli stereotipi di città di camorra, mondezza, violenza. Esiste al mondo una città di Santi? Raffaele Viviani, poeta e commediografo, vissuto da scugnizzo nei vicoli di Napoli, diceva che “…i delinquenti non hanno nazionalità”.
Non solo Napoli ma anche altre città rientrano nelle indagini?
Si, mi piace spaziare in varie città d’Italia. Un po’ per i motivi che ti ho espresso prima sul mio nazionalismo (io adoro ogni angolo della mia Terra) ed anche perché, parafrasando Viviani potrei dire che in Italia esiste un’unica grande nazione: quella fatta dagli uomini giusti.
Il barbiere può considerarsi un detective dilettante?
Ettore il barbiere è il trait d’union tra Renzi ed i vicoli. E’ un appassionato di gialli e gli piace, da buon napoletano e da barbiere di razza, curiosare in vicende poco chiare, figuriamoci quando gli si presenta un delitto. Poi arriva Mirella ed allora lui vorrebbe diventare un Maigret o un Poirot per far piacere alla sua donna.