BRUCIATA VIVA
Suad è una bambina musulmana, terza figlia di cinque fratelli, almeno di quelli vivi. La sua vita, come quella di tutte le donne musulmane è piena di violenza. Cresce come analfabeta perché l’istruzione è solo per i maschi, e la consapevolezza che capre e mucche sono migliori di lei perché loro sono utili. Ogni motivo è buono per picchiarla. Un giorno scopre sua madre che soffoca la bambina appena nato perché femmina, e avendone già tre non poteva averne altre, ma questo non impediva al marito di ingravidarla ogni anno. Crescendo Suad è testimone dell’assassinio della sorella minore da parte del fratello, ma per loro è normale, la vita va avanti. L’unica via di uscita è il matrimonio, anche se significa passare dalla violenza del padre a quella del marito. Suad però è la terza figlia e deve aspettare il suo turno. Ha già avuto proposte di matrimonio, ma deve aspettare che si sposi la secondo genita, anche se nessuno la vuole. Un giorno decide di incontrare il suo futuro sposo da sola, anche se vuol dire finire guai, ma è innamorata. Si lascia convincere a concedersi a lui con la promessa di sposarla, ma quando rimane incinta lui sparisce e lei viene bruciata viva per evitare il disonore alla famiglia. Suad non muore e in ospedale, mentre i dottori aspettano che muoia, incontra una volontaria che le cambiarà la vita. Una storia struggente che denuncia gli orrori di una cultura maschilista e chiusa dove le donne vengono ritenute inutili. Uno stile di scrittura semplice e lineare che coinvolge il lettore facendogli vivere in prima persona le sofferenze di Suad, portandolo a creare un legame empatico con lei. Le immagini sono descritte molto approfonditamente, spesso con termini molto forti, ma riuscendo a non shockare il lettore che riesce così a terminare la lettura. Un romanzo fantastico che trasmette le dure realtà direttamente nei cuori dei lettori denunciando con la semplice sincerità atti che il mondo cerca di nascondere.
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