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Peter & Chris – I dioscuri della notte MilanoNera web press: Latest post Print this post Print this post
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Peter Cushing e Christopher Lee sono due grandi interpreti del cinema horror e rappresentano una delle coppie professionali dello schermo più famose e più consolidate. Alla loro carriera è dedicato il volume “Peter e Chris – I dioscuri della notte” (Gargoyle Books, pagg.513, euro 16,00) di Franco Pezzini e Angelica Tintori che sarà in libreria dal 9 dicembre. I film di Cushing e Lee in coppia per la casa di produzione britannica Hammer sono diventati degli autentici MUST per cinefili e amatori del genere horror. Le loro facce si sono trasformate in maschere indimenticabili e anche il loro rapporto personale è andato oltre il set consolidandosi in una vera amicizia.

Franco Pezzini  è studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia, con particolare attenzione agli aspetti mitico-religiosi, autore dei saggi “Cercando Carmilla. La leggenda della donna vampira (Ananke, 2000) ed insieme ad Arianna Conti “Le vampire. Crimini e misfatti delle succhia sangue da Carmilla a Van Helsing” (Castelvecchi, 2005) ed è vicepresidente del Comitato Scientifico di Autunnonero (www.autunnonero.com). Angelica Tintori, soggettista e sceneggiatrice, pubblica il suo primo libro nel 2000 con la PuntoZero di Bologna, “ Michael Crichton – Medici, dinosauri & Co”, mentre l’ultimo è “C.S.I. Crime Scene Investigation“ per la collana “I Telenauti” (Delos Books), che ha anche curato. Scrive su varie testate, tra cui “Series” e “Fiction Tv” e collabora con alcune università e festival letterari. Con Franco Pezzini, nel 2008, ha pubblicato il suo quinto libro e primo per i tipi Gargoyle, “The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo”.
I due autori raccontano a MilanoNera in anteprima la storia del volume e anticipano curiosità e aneddoti sulla nota celebre coppia di attori.

Com’è nato il libro “I Dioscuri della notte”?

Pezzini: Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Idea e spinta al progetto sono del Direttore editoriale Gargoyle, Paolo De Crescenzo. Conoscendo l’eclettismo di Angelica e la mia devozione per i film Hammer – in particolare per Cushing e Lee – poteva contare sulla nostra complicità. La preoccupazione, semmai, era di star dietro alle aspettative… le nostre per prime. Quando un tema tocca i nostri sogni e miti personali, la sfida è di affrontarlo degnamente.

Tintori: Non poteva trattarsi di una semplice schedatura di film: per questo c’è il fondamentale apporto di internet. Consideriamo poi quanto la Hammer sia stata, e sia sempre più oggetto di studio, saggi critici, tesi di laurea… Abbiamo perciò cercato una formula “nostra”, riproponendo in qualche modo il taglio narrativo di The Dark Screen.

I due attori diventano famosi interpretando ruoli horror. Qual è stato il primo film in coppia?

Tintori: Dobbiamo distinguere. In un paio di film, prima della nascita del sodalizio, Cushing e Lee avevano già lavorato nelle medesime produzioni, ma senza incontrarsi. Produzioni tra l’altro molto importanti: Hamlet di Laurence Olivier, 1948, e Moulin Rouge  di John Huston, 1952. Ma il vero incontro avviene sul set di The Curse of Frankenstein di Terence Fisher, 1957. Tutto nasce di lì.

Il loro rapporto professionale diventa amicizia. Quando?

Pezzini: “Dalla prima volta che ci siamo incontrati sul set di The Curse of Frankenstein a Bray” scrive Lee “Peter Cushing e io siamo stati amici”. Sicuramente hanno simpatizzato subito, regalando ai colleghi momenti come un famoso balletto in abiti di scena – il mostro e lo scienziato, dev’essere stato delizioso – o scambiandosi buffe imitazioni. E altrettanto sicuramente a favorire il tutto è stato il carattere di Cushing, una persona di rara amabilità. La loro futura collega Ingrid Pitt, venuta a mancare pochi giorni fa, diceva: “Non conosco nessuno, uomo o donna, che non voglia bene a Peter Cushing”. Poi nel tempo l’amicizia si è approfondita, e ha avuto ricadute molto pratiche anche sul lavoro insieme. Si pensi a un episodio di parecchi anni dopo, con Cushing da poco vedovo e in preda alla tristezza che sta per abbandonare il set spagnolo di Horror Express, 1972, e Lee riesce a trattenerlo coinvolgendolo nel lavoro e nell’abbraccio della propria famiglia. Da un lato insomma questa vicenda congiunta offre uno scorcio appassionante su un’epopea di storia del cinema e i relativi rapporti con la società circostante, attraverso il secondo dopoguerra e la Swinging London, le crisi degli anni Settanta e via via fino all’età neogotica contemporanea. Ma dall’altro c’è una dimensione biografica, tutta umana, molto bella: la storia di due uomini, delle loro fatiche e dei loro sogni – e l’amicizia che è nata tra loro.

In cosa sono simili Peter e Chris?

Tintori: Sicuramente i due avversari di tanti film hanno maturato caratteri diversi, anche per un diversissimo retroterra familiare, sociale e di esperienze. Ma ci sono effettivamente alcuni aspetti comuni. Dalla fedeltà patriottica al proprio Paese all’eclettismo artistico anche fuori dal cinema. Entrambi si sono sposati una sola volta e molto felicemente, con donne straordinarie che costituiranno fondamentali punti di riferimento. Ma somiglianze possiamo trovarle pure sul piano professionale. Entrambi si mettono in evidenza fuori dai confini del cinema fantastico; entrambi incontrano successo anche a Hollywood, seppure in momenti diversi della carriera; entrambi amano recitare e affrontano grandi difficoltà prima di sfondare.

Pezzini: Pensiamo anche alla tenacia che affiora nei rispettivi personaggi, e che è legata all’educazione, ai valori e alla storia stessa dell’Inghilterra. E d’altra parte entrambi si mostrano capaci di esprimere la comune britannicità anche attraverso i frequenti arruolamenti in ruoli stranieri o esotici.

Oltre ad essere brillanti attori, Cushing e Lee possiedono altre doti artistiche?

Tintori: Eccome! Cushing è studioso della natura e, in particolare, appassionato ornitologo, mentre Lee è studioso di storia, viaggiatore: appaiono entrambi pieni di curiosità sul mondo che li circonda. Cushing delicato pittore, modellista con un’abilità manuale impressionante. È assai colto. Non è da meno Lee, lettore onnivoro e interlocutore di scrittori. Nonché testimone di molta storia del Novecento, attraverso incontri legati prima alla propria aristocratica famiglia e poi in margine alle produzioni internazionali cui prende parte. Ed entrambi eccellenti scrittori, come testimoniano le autobiografie. Due personaggi affascinanti.

Qual è stato il loro apporto al cinema horror?
Pezzini: Posto che Lee è a tutt’oggi attivissimo, resta difficile immaginare cosa sarebbe stato l’horror – ma in generale il cinema fantastico e di genere – se questa coppia non ci fosse stata. Dopo la galleria teratologica espressionista e quella della Universal, la Hammer ha modellato i nostri sogni costruendo il sistema mitologico più articolato mai apparso su grande schermo. E che si sosteneva in gran parte su questa straordinaria copia professionale. Lee il mostro, la minaccia erotica che insidia la società nel profondo, il tiranno; Cushing lo scienziato, l’asceta, il volto algido e magari ipocrita di quella stessa società… Certo, la Hammer non è soltanto Cushing & Lee, e loro non sono soltanto la Hammer. Ma proprio a partire di lì e via via attraverso altre avventure la loro importanza sulla mitologia contemporanea si rivela incalcolabile: pensiamo a certe comparsate televisive dei due, o allo stesso arruolamento in momenti diversi nel cast di Star Wars. Come del resto testimonia un culto celebrato in infiniti siti web. Al di là delle dimensioni di storia del cinema e di storia personale di Cushing e Lee – entrambe già affrontate, in fondo, in saggi eccellenti ancora reperibili sul mercato – questo fronte mi pare l’aspetto più intrigante che un saggio come il nostro potesse indagare. Un volume di mitologia, forse, prima ancora che di cinema: a fronte di un impatto di questi Dioscuri sulle nostre mitologie postmoderne che loro stessi, probabilmente, non avrebbero potuto immaginare.

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